Il datore non “preavvisa” chi supera il comporto

Pubblicato il 05 maggio 2008 Dal rimando ad alcune pronunce di Cassazione (n. 15954 del 17 dicembre 2001, n. 3028 del 27 febbraio 2003) giunge l’affermazione della Suprema Corte, sezione Lavoro (sentenza n. 10352/2008), che non sussista un principio per il quale il datore debba “d’ufficio” convertire in ferie l’assenza per malattia, né un suo dovere di avvertire il lavoratore, assente per lungo tempo, che il periodo di conservazione del posto sta concludendosi. Il sottoposto gode infatti dei mezzi (tra essi il sindacato) per ottenere la somma dei giorni di assenza per malattia e verificare quanto sia vicina la scadenza del periodo di conservazione del posto.
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