La Corte costituzionale ha giudicato inammissibili due conflitti di attribuzione tra poteri promossi da otto deputati, da un lato, e da un senatore, dall'altro, aventi ad oggetto le delibere con cui gli organi interni di Camera e Senato hanno imposto il green pass per partecipare ai lavori parlamentari.
E' quanto anticipato in un comunicato dell'Ufficio stampa della Corte, pubblicato, il 15 dicembre 2021 in attesa del deposito della relativa decisione.
I ricorrenti, nella loro qualità di singoli parlamentari, avevano lamentato la menomazione di proprie attribuzioni costituzionali per quel che riguardava le modalità di adozione dell’obbligo di certificato verde Covid.
A loro giudizio, il green pass avrebbe dovuto essere introdotto attraverso una modifica dei regolamenti parlamentari che richiede la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Aula e non, come era avvenuto, a mezzo di delibere di organi interni alle due Camere.
In tal modo, sarebbe stata violata - secondo i ricorrenti - la riserva regolamentare disposta dall'articolo 64 della Costituzione.
Inoltre, sarebbe stata compresso il diritto di partecipazione dei singoli parlamentari al procedimento legislativo, oltre che leso il libero svolgimento del loro mandato.
I due conflitti di attribuzione, come detto, sono stati ritenuti non ammissibili secondo la Corte costituzionale.
Dai ricorsi - si legge nel comunicato - non emerge " alcuna manifesta lesione delle attribuzioni proprie dei parlamentari e che spettino all’autonomia delle due Camere l’interpretazione e l’applicazione dei rispettivi regolamenti".
Si resta in attesa del deposito dell'ordinanza.
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