Al via, dal 30 giugno 2023, l'obbligo, anche per i procedimenti di competenza del Giudice di Pace e del Tribunale per i Minorenni, di deposito telematico degli atti da parte dei difensori.
Il processo telematico riguarderà non solo le nuove cause, ma anche i procedimenti già pendenti.
Dall'Avvocatura, nel frattempo, giunge la richiesta di rinvio del nuovo incombente.
E' l'Organismo Congressuale Forense ad evidenziare tale necessità, per come si apprende in una nota diffusa il 28 giugno in cui viene evidenziato come l’avvio del processo telematico alla data del 30 giugno appaia impossibile.
Una consultazione avviata dal medesimo OCF con i principali uffici dei GdP avrebbe infatti fatto emergere una situazione definita "drammatica" per quanto riguarda la formazione del personale, formazione che avrebbe coinvolto solo una parte degli Uffici e si sarebbe rilevata in ogni caso insufficiente.
Senza contare che anche la fase della sperimentazione (prevista con il deposito esclusivamente di ricorsi per decreto ingiuntivo, con l’adozione del cosiddetto “doppio binario”), sarebbe stata vanificata dal ristretto numero di ricorsi effettivamente depositati, a causa dall’assenza di uno specifico ambiente di prova.
Inoltre, sarebbe stato individuato un problema tecnico negli schemi ministeriali XSD, produttivo di un errore bloccante del deposito dei ricorsi per decreto ingiuntivo, problema infine risolto con un nuovo rilascio, rispetto al quale si richiedono, ora, i necessari tempi di adattamento dei programmi di deposito da parte delle Software House.
Tutti questi rilievi, tuttavia, sono stati rispediti al mittente dal ministero della Giustizia, per come si apprende in una nota del 30 giugno 2023 con cui viene ricordato l'avvio del Processo Civile Telematico presso i Giudici di Pace.
In questi mesi - si legge nella nota - il dicastero ha predisposto tutte le attività necessarie a garantire il supporto richiesto dagli uffici per agevolare "una vera e propria rivoluzione copernicana della giustizia civile".
Oltre ai numerosi progetti di formazione del personale, è stata rammentata l'implementazione, sulla base delle richieste pervenute, della dotazione hardware e software.
E' stato e sarà garantito - viene precisato - tutto il massimo supporto per le eventuali problematiche che potrebbero sorgere, così come avvenuto in passato per la Consolle del Magistrato.
Tra gli interventi posti in essere, sono ricordati:
Alle attività di sperimentazione - puntualizza il dicastero - hanno partecipato magistrati onorari, personale di cancelleria, avvocati dello stato, avvocati e liberi professionisti per il tramite dei rispettivi ordini professionali.
Diversi attori, inoltre, sono stati coivolti nel processo di adeguamento del sistema, mediante comunicazioni inviate per il tramite dei Presidenti dei Tribunali e degli Uffici dei GdP, dell’Avvocatura di Stato, del Consiglio nazionale forense e, per estensione, dei Consigli degli Ordini degli Avvocati locali.
Dalla medesima data del 30 giugno - si rammenta infine - sono entrate in vigore le nuove previsioni in tema di mediazione nonché sarebbero dovuti entrare a regime anche i nuovi limiti di redazione degli atti giudiziari.
Limiti sui quali, a seguito della dura contestazione sollevata dagli avvocati, sarebbe tuttora aperto un confronto con il ministro Nordio per valutare la possibilità di rinvio, auspicato, peraltro, anche dal CSM.
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