Dal 6 novembre 2020, le P.A. per rifiutare le fatture elettroniche ricevute dai loro fornitori devono rispettare le rigide regole previste dal MEF.
Si tratta per l’appunto del decreto interministeriale n. 132 del 24 agosto 2020, firmato del ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il ministro della Pubblica Amministrazione, che è stato ufficializzato il 22 ottobre scorso e che reca una revisione delle cause per cui i documenti ricevuti non possono essere accettati da parte delle Pubbliche amministrazioni.
Si ricorda che la ratio della norma è quella di offrire maggiori garanzie ai fornitori degli enti pubblici per evitare situazioni di rifiuto “ingiustificato” delle fatture.
Le disposizioni entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo la pubblicazione in “Gazzetta Ufficiale” del citato decreto – dunque dal 6 novembre – senza alcun periodo transitorio di applicabilità delle nuove regole.
Pertanto, anche se entrambe le parti coinvolte nel provvedimento (Pubbliche amministrazioni e loro fornitori) hanno avuto a disposizione un lasso di tempo per valutare l’impatto e la portata di applicabilità delle nuove regole, permangono alcune incertezze circa le nuove regole da applicare da oggi e che vincolano le cause di rifiuto delle fatture da parte della P.A. a specifiche situazioni.
Le casistiche per il rifiuto, infatti, sono espressamente elencate nel decreto MEF 132/2020, con cui il legislatore ha modificato il Regolamento in materia di emissione, trasmissione e ricevimento della fattura elettronica da applicarsi alla P.A. (decreto ministeriale n. 55 del 2013).
Finora le P.A. potevano rifiutare le fatture ricevute dai loro fornitori senza che vi fosse la necessità di rispettare alcuna regola in ordine alle condizioni legittimanti il rifiuto e alcun obbligo circa la codifica della motivazione in relazione alle singole fattispecie come richiesta della nuove regole.
Il problema si crea con l’entrata in vigore delle nuove modifiche al Regolamento, visto che queste ultime non creano alcuna distinzione tra le fatture che perverranno alle pubbliche amministrazioni a partire dal 6 novembre da quelle già giunte alla data di applicazione delle nuove regole, per le quali però non sia ancora spirato il termine di 15 giorni per il rifiuto.
Pertanto, il rischio che si corre, in assenza di un periodo transitorio di applicazione delle nuove regole, è che per le fatture giunte negli ultimi giorni ci possa essere stata da parte delle amministrazioni pubbliche una spinta al rifiuto cautelativo in vista proprio dell’entrata in vigore delle nuove e più stringenti regole ministeriali.
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