Fatturazione elettronica. Solo un giorno all’entrata a regime per tutte le PA
Pubblicato il 30 marzo 2015
Manca solo un giorno all’entrata in vigore dell’
obbligo di fatturazione elettronica nei confronti di
tutte le amministrazioni pubbliche.
Dal
31 marzo 2015, infatti, oltre 46 mila uffici della Pa accetteranno solo fatture elettroniche e l’adempimento interesserà circa due milioni di fornitori abituali od occasionali, che effettuano cessioni di beni e prestazioni di servizi nei confronti degli enti pubblici.
L’obbligo è ormai generalizzato ed interessa non solo le
amministrazioni centrali dello Stato (ministeri, agenzie fiscali, enti previdenziali), che hanno avviato la procedura di digitalizzazione già a partire dal 6 giugno 2014, ma anche gli
enti locali, le scuole, le università, le camere di commercio e le aziende del SSN.
I costi
L’entrata a regime della fatturazione elettronica non sarà, però, priva di
costi per gli operatori.
Le difficoltà maggiori verranno riscontrate soprattutto dai fornitori che effettuano solo
operazioni occasionali o di piccolo importo nei confronti delle Pa. Per essi, infatti, l’obbligo di fatturazione elettronica significa dotarsi degli strumenti necessari per emettere la fattura oltre che per la conseguente conservazione sostitutiva, e ciò nell’immediato si traduce in un esborso di non poco conto.
Molte
software house stanno offrendo soluzioni dell’ultima ora sia per chi decide di acquistare in proprio il software per gestire personalmente il processo di fatturazione elettronica, sia per chi decide di affidarsi ad un provider di servizi esterni.
Per evitare speculazioni sull’avvio della procedura, molti Ordini professionali (commercialisti e consulenti del lavoro), come pure Infocamere, si sono attivati per offrire ai propri iscritti fatture digitali gratuite per un certo periodo di tempo o per un certo numero di fatture.
Gli errori
Il debutto della fatturazione elettronica potrebbe dar luogo, inoltre, anche a degli errori.
Il rischio più grande a cui si potrebbe andare incontro è quello già finora registrato in sede di prima applicazione della fatturazione elettronica per le Amministrazioni centrali, ossia quello dell
’invio plurimo dello stesso documento.
L’invio doppio o triplo della stessa fattura è infatti stata la causa principale degli scarti finora registrati. È bene, dunque, ricordare che è il primo invio quello che conta e quello che resta valido ed accettato dal sistema, gli altri finiscono in un binario morto.
Da non sottovalutare, poi, anche il fatto che alcuni problemi sono legati al certificato di autenticità e che ancora alcune amministrazioni pubbliche sono prive del
codice identificativo Ipa.