Falso in bilancio e reati tributari Convegno alla Camera

Pubblicato il 11 aprile 2017

Il 10 aprile presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati si è tenuto il Convegno dedicato al falso in bilancio e ai reati tributari, grazie anche al patrocinio del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli avvocati di Roma.

Alla vigilia dell'applicazione delle nuove norme a milioni di imprese, l'occasione del Convegno è stata quella di fare il punto sulla strategia che si sta profilando, che per evitare sovrapposizione di norme e sanzioni si basa prevalentemente su due direttrici: prevenzione per tutti e repressione per le situazioni più gravi.

A circa due anni dalla riforma della disciplina del falso in bilancio (anche dopo l’estensione dei principi di derivazione rafforzata e prevalenza di sostanza sulla forma), si è voluto fare il punto sui profili di criticità tra le possibili connessioni tra i “nuovi” reati di dichiarazione fraudolenta e infedele dichiarazione.

La strategia del Fisco sul falso in bilancio sarà a due vie

A tal proposito, è intervenuta nell'ambito del Convegno anche la direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, che ha sostenuto che: "ad oggi sono passati due anni dalle due riforme e ci sono aspetti da chiarire, ma grandissima problematica nell'individuazione dei reati fiscali non ne vediamo. Essendo materie vicine sarebbe comunque stato opportuno fare coordinamento tra due disposizioni che non si sovrappongono e hanno elementi e pene diversi".

Di fronte ad una serie di criticità oggettive sollevate dagli oratori, che hanno evidenziato anche l'aspetto legato al potere che avranno fra le mani i giudici, ritenuto importantissimo, la Orlandi ha ribadito che “il sistema verso il quale ci ha portati il legislatore è fatto di prevenzione per tutti e di repressione per le situazioni gravi", insieme all'invito a non essere, poi, tanto pessimisti.

Secondo la Orlandi, infatti, "la differenza tra gli articoli 3 e 4 del Dlgs 74/2000 è di campo: la frode si riferisce a tutti i soggetti a prescindere che siano tenuti o meno alla redazione del bilancio e quindi si amplia, mentre la dichiarazione infedele va in direzione opposta e richiede che ci sia trasparenza e precisione nell'indicazione".

Dunque, non vi è sovrapposizione tra il falso in bilancio e i reati tributari, in quanto i beni giuridici sottostanti sono diversi.

Riguardo i due ambiti di applicazione della nuova normativa è intervenuto anche il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, che ne ha precisato i confini: con le nuove norme “cambia il ruolo del giudice che davvero deve essere specializzato”, ma allo stesso tempo “anche il professionista deve guidare l'amministratore su quei criteri che servono alla corretta redazione del bilancio”.

Sul ruolo dei professionisti è intervenuto il Cndcec, che ha auspicato una maggiore chiarezza: “il Cndcec si pone nella scia tracciata dalle Sezioni unite - precisa il consigliere Lorenzo Sirch - e auspica che il legislatore definisca il perimetro in cui il bilancio si riveli falso. È necessario ammettere le soglie di errore ed eliminare le interferenze tra falso e reati tributari”.

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