Sì alla proroga del regime transitorio previsto per l'esame di Stato ai fini dell'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato.
La disciplina speciale dell'esame avvocato riguarderà anche la sessione da indire per l'anno 2024.
Differita, quindi, di un anno l'entrata in vigore della nuova disciplina dell'esame forense (che varrà per la sessione 2025).
E' quanto prevede, tra le altre novità, il Decreto Milleproroghe, la cui Legge di conversione n. 18 del 23 febbraio 2024 e il testo coordinato sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio 2024.
Soddisfatto della misura il Consiglio Nazionale Forense, secondo cui lo slittamento permette di garantire la continuità del sistema di accesso alla professione forense, posticipando l’entrata in vigore delle nuove modalità d’esame e tutelando le aspettative di coloro che si stanno preparando all’esame di Stato.
Ma non è tutto per gli avvocati.
Va anche segnalato che il convertito Decreto legge n. 215/2023 ha prorogato, di un anno, la disciplina transitoria riguardante l'albo dei Cassazionisti e che consente l'iscrizione a coloro che siano in possesso dei requisiti previsti prima dell'entrata in vigore della riforma forense del 2012.
La modifica da ultima approvata, nel dettaglio, sostituisce le parole "undici anni" con "dodici anni" contenute nell'art. 22, comma 4, della Legge ordinamentale forense, relativo, appunto, all'iscrizione nell'Albo speciale per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori.
Tra gli ultimi ritocchi, inoltre, è ricompresa anche la modifica che allunga, a fine 2024, il cosiddetto "scudo penale" per medici e infermieri.
A tal fine, è disposto espressamente che si debba tenere conto:
Tra le altre novità, si segnala anche la proroga, fino a fine anno, della misura che evita agli amministratori e ai dipendenti pubblici di finire davanti alla Corte dei conti per colpa grave.
La responsabilità contabile dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti rimane limitata, quindi, ai soli casi di dolo, omissione o inerzia.
La misura è stata accolta con disappunto dall'Associazione dei magistrati della Corte dei conti, secondo cui la stabilizzazione dell'esclusione della perseguibilità delle condotte commissive gravemente colpose, esporrebbe ad un grave "rischio di spreco di denaro pubblico, di gestioni opache di commesse pubbliche e di diffusione del malaffare".
Secondo i magistrati contabili, ciò di cui il Paese ha bisogno non è un ulteriore prolungamento di norme temporanee ed emergenziali, già più volte prorogate, "ma di una riforma seria della responsabilità amministrativa nel pieno rispetto dei principi costituzionali ed eurounitari".
A seguire, è stato disposto anche il prolungamento, fino a fine anno, della sospensione delle multe irrogate a chi non si è vaccinato per il Covid: la scadenza per pagarle slitta dal 30 giugno al 31 dicembre 2024.
Le ulteriori proroghe relative al comparto giustizia, si rammenta, riguardano le notifiche civili da parte degli avvocati, la composizione negoziata della crisi d’impresa, le impugnazioni penali, i tirocini dei magistrati e i trasferimenti del personale amministrativo Giustizia.
Rispetto alla composizione negoziata, in particolare, è stata prorogata al 31 dicembre 2024 la norma che consente all'imprenditore di sostituire le certificazioni relative ai debiti tributari e contributivi e ai premi assicurativi con proprie autodichiarazioni attestanti la presentazione della richiesta agli enti deputati al rilascio (Agenzia delle entrate, INPS e INAIL) almeno 10 giorni prima della presentazione dell'istanza di accesso ad una procedura di composizione negoziata della crisi.
Slitta al 31 dicembre 2024 anche la sospensione dell'efficacia delle norme che prevedono l'obbligo, per gli avvocati, di effettuare, con specifiche modalità, le notificazioni degli atti nei procedimenti civili nel caso in cui la notificazione telematica non è possibile o non ha esito positivo.
Con riguardo al processo penale, invece, è prorogato al 30 giugno 2024 il termine a partire dal quale troveranno applicazione le disposizioni introdotte dal Decreto attuativo della Riforma Cartabia in materia di giudizi di impugnazione.
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