Il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, ha commentato con soddisfazione il voto della commissione Bilancio del Senato in favore dell’inserimento della misura sull’equo compenso degli avvocati e delle professioni in generale all’interno del Decreto fiscale. Per Mascherin si tratta di “un passaggio molto importante verso l’approvazione definitiva dell’equo compenso”.
Il presidente del CNF si è poi detto molto compiaciuto anche del fatto che l’avvocatura abbia fatto “da traino anche per le altre professioni, inserite nella norma licenziata ieri, in una vera e propria battaglia di civiltà quale è quella del riconoscimento della dignità e del rilievo del lavoro autonomo”.
Lo stesso ha poi segnalato l'importanza del passaggio che formalizza, anche per la pubblica amministrazione, il rispetto del principio dell’equo compenso.
Soddisfazione, per il via libera, è stata espressa anche dall’Unione nazionale delle Camere civili la quale ha evidenziato, in particolare modo, di accogliere con grande favore il principio secondo cui la Pubblica amministrazione debba riconoscere un compenso equo ai professionisti.
Meno entusiastici i toni espressi dall’Associazione nazionale forense in una nota a firma del segretario, Luigi Pansini.
Per l’ANF l’emendamento che introduce l’equo compenso, "allargandone il raggio di azione dai soli avvocati che svolgono prestazioni a vantaggio di banche, assicurazioni e imprese, a tutti i professionisti e includendo la Pubblica amministrazione tra i soggetti tenuti a garantirne il rispetto” costituisce solo “un piccolissimo passo in avanti che non deve alimentare illusioni”.
Si tratterebbe, infatti, di un intervento “ancora troppo generico anche rispetto all’inclusione della PA, e non vorremmo che si cadesse nell’errore dello slogan elettorale e della ‘bandierina’ piantata in finale di legislatura”.
Parla di “impegno rispettato”, dal canto suo, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, un impegno che – ha sottolineato in un comunicato diffuso immediatamente dopo il via libera della commissone Bilancio – “ho preso con tutti i professionisti italiani per sradicare quello che ho più volte definito come un vero e proprio ‘caporalato intellettuale’; un impegno che seppur con fatica e tra mille resistenze, stiamo portando avanti e che approveremo prima della fine della legislatura. Lo dobbiamo ai professionisti italiani”.
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