Proroga di sei mesi per il rinnovo dei Consigli degli ordini circondariali forensi scaduti il 31 dicembre 2018 e conferma di quanto sancito dalla Corte di cassazione, a Sezioni Unite, con sentenza n. 32781/2018 sull’ineleggibilità dopo due mandati.
E’ questo il contenuto del Decreto legge che il Consiglio dei ministri ha varato ieri, 10 gennaio 2019, al fine di assicurare “condizioni di ordinato rinnovo dei consigli degli ordini circondariali forensi scaduti il 31 dicembre 2018, superando, a tutela della loro funzionalità, le incertezze applicative in ordine alla ineleggibilità di avvocati che hanno già svolto due mandati consecutivi”.
Resta fermo - si legge nel testo del comunicato del CDM di fine seduta - quanto disposto dalla Legge n. 113/2017, in ordine, rispettivamente, alla possibilità di ricandidarsi quando sia trascorso un numero di anni uguale agli anni nei quali si è svolto il precedente mandato e all’irrilevanza dei mandati di durata inferiore ai due anni.
Così il Governo ha risolto l’impasse che era sorto per quel che concerne l’applicazione della citata Legge n. 113, di disciplina delle elezioni dei componenti dei COA (elezioni che avrebbero dovuto svolgersi proprio questi giorni): rinvio per le elezioni forensi rimanendo comunque in linea con quanto sancito, a dicembre, dalla Cassazione.
La Suprema corte, si rammenta, aveva precisato che il divieto di più di due mandati consecutivi dovesse intendersi come riferito anche al passato, ovvero per i mandati espletati, anche solo in parte, prima della entrata in vigore della riforma.
Il Consiglio dei ministri ha tenuto ferme le conclusioni della Cassazione, disponendo solo una proroga di sei mesi per il rinnovo dei COA, di modo da consentire lo svolgimento di consultazioni – si legge in un comunicato diffuso ieri sul sito del Ministero della Giustizia - “in modo corretto e in tutta serenità, prevenendo anche il rischio di probabili contestazioni successive dei risultati delle urne”.
Diverso era il contenuto della proposta emendativa che era circolata nelle ultime ore e che avrebbe permesso di computare, per l’applicazione delle norme relative all’ineleggibilità, solo i mandati consecutivi svolti a seguito di elezioni celebrate dopo l'entrata in vigore della Legge n. 247/2012 e durati più di due anni.
Il provvedimento dell’Esecutivo è stato ritenuto “condivisibile” anche dall’Associazione nazionale forense che, per contro, aveva salutato con estrema contrarietà l’emendamento modificativo appena citato.
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