Emendamento in vista sul limite del doppio mandato nelle elezioni dei COA alla luce della recente pronuncia a Sezioni Unite.
Il Sottosegretario alla Giustizia, Jacopo Morrone, ha anticipato la volontà della messa a punto di una modifica che rinvierebbe il regime della ineleggibilità dei consiglieri dei Consigli degli ordini circondariali forensi che abbiano già espletato due mandati consecutivi, così da concedere una proroga per le elezioni che si stanno svolgendo proprio in questi giorni, operando, poi, con un correttivo legislativo sulla relativa disposizione.
La modifica interesserebbe le norme sulla elezione dei componenti dei COA che sanciscono il limite del doppio mandato, ovvero che i consiglieri non possono essere eletti per più di due mandati consecutivi.
L’intervento segue la recente pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione n. 32781 del 19 dicembre 2018, con cui è stato precisato che il citato divieto di più di due mandati consecutivi si intende riferito anche al passato, con valenza retroattiva, ovvero per i mandati espletati, anche solo in parte, prima della entrata in vigore della riforma.
Ed è di ieri, 8 gennaio, la notizia della presentazione, in Senato, da parte del Gruppo di Forza Italia, di un emendamento al Dl semplificazioni che, vanificando le conclusioni della Suprema corte, permetterebbe di computare, per l’applicazione delle norme relative all’ineleggibilità, solo i mandati consecutivi svolti a seguito di elezioni celebrate dopo l'entrata in vigore della Legge n. 247/2012 e durati più di due anni.
Nel frattempo, i vari COA del territorio, impegnati nelle elezioni in vista della scadenza dei precedenti Consigli, si stanno muovendo autonomamente, in alcuni casi rinviando a febbraio le elezioni (come nel caso del COA di Bologna), in altri procedendo comunque con le operazioni.
L’intenzione della politica di intervenire sulle disposizioni riguardanti l’elezione dei componenti dei Consigli degli ordini e sul limite del doppio mandato nei termini stabiliti dalla Cassazione è stata subito criticata dall’Associazione Nazionale Forense.
Secondo l’ANF, il testo modificativo attualmente in circolazione, costituisce “un colpo di spugna a quanto giustamente deciso recentemente dai giudici di Piazza Cavour e un regalo confezionato ad arte per una casta, una élite e centri di potere che da tantissimi anni coagulano intorno a se interessi e voti, e che potrebbero continuare a farlo”.
L’augurio del segretario generale dell’Associazione, Luigi Pansini, è che il Gardasigilli, Alfonso Bonafede, “non si schieri al fianco di determinate forze auto conservatrici”.
Per l’ANF – si legge in un comunicato dell’8 gennaio 2019 - la decisione della Cassazione “non ha bisogno di alcuna ulteriore interpretazione essendo assai chiare le motivazioni e la ricostruzione giuridica che hanno indotto la corte di legittimità a ritenere che il limite del doppio mandato opera anche con riferimento ai mandati svolti nel periodo precedente l’entrata in vigore della legge professionale forense n. 247 del 31.12.2012”.
Sulla stessa linea anche il Movimento forense, secondo il quale la politica “pare voler sovvertire quanto già previsto dalla legge e pure confermato dalla suprema magistratura”.
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