I ministri delle Finanze dell’Unione Europea nella riunione del Consiglio Economia e Finanza (Ecofin) del 23 gennaio 2018 a Bruxelles, hanno modificato la lista nera dei paesi non fiscalmente cooperativi decisa il 5 dicembre 2017.
Sono otto i paesi rimossi dalla black list e che transiteranno nella c.d. lista grigia: Barbados, Grenada, Corea del Sud, Macao, Mongolia, Panama, Tunisia e Emirati Arabi Uniti.
La scelta dell’Ecofin è stata presa “a seguito di impegni presi ad alto livello politico per rispondere alle preoccupazioni dell'Unione europea”. L’obiettivo prefissato è di promuovere una buona governance fiscale a livello globale, massimizzando gli sforzi per prevenire l'elusione, la frode e l'evasione fiscale.
Il fatto che gli otto paesi siano passati nella lista grigia significa che saranno oggetto di controlli per verificare che gli impegni assunti per ovviare alle preoccupazioni dell’Ue siano effettivamente rispettati. Se non manterranno le promesse, sottolinea il presidente del Consiglio Ue, potranno nuovamente finire nella lista nera.
Nella lista nera dello scorso 5 dicembre rimangono solo 9 dei 17 Paesi considerati non collaborativi in materia fiscale: Samoa americana, Bahrein, Guam, Isole Marshall, Namibia, Palau, Santa Lucia, Samoa e Trinidad e Tobago. Questi Stati sono considerati “non cooperativi” sulla base di criteri che si riferiscono alla trasparenza fiscale, all’equa tassazione e all’applicazione delle misure Ocse anti-Beps. Tali giurisdizioni sono incoraggiate ad apportare le modifiche richieste dalla Ue.
La scelta di Ecofin di ridurre la lista dei paesi considerati paradisi fiscali non è stata esente da critiche: soprattutto per quanto riguarda la cancellazione di Panama, uno dei paradisi fiscali più gettonati al mondo. Markus Ferber, parlamentare e vicepresidente del comitato economico del Parlamento europeo, ha sostenuto che tale scelta “è un segno disastroso nella lotta contro l'elusione fiscale”. Secondo il suo punto di vista, l’Ecofin avrebbe dovuto ampliare la lista e non ridurla, comprendendovi i paesi e le giurisdizioni dell'Ue, come i territori d'oltremare della Gran Bretagna e Malta.
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