In Commissione finanze della Camera, nel corso del question time del 30 marzo, il sottosegretario all'economia, Maria Cecilia Guerra, ha risposto all'interrogazione di Vita Martinciglio (M5S) sull'utilizzo dell'e-fattura ai fini del contrasto all'evasione.
In sintesi, è stato ribadito che la privacy può ostacolare gli accertamenti emessi sulle fatture elettroniche.
Infatti, l'utilizzo dei dati contabili trasmessi all’Amministrazione finanziaria, in formato Xml, da conservare fino a otto anni, resta precluso alla Guardia di Finanza e alle analisi di rischio condotte congiuntamente da Gdf e Agenzia delle entrate.
A causa del perdurare delle obiezioni poste in tema di privacy dal Garante, ancora non è stato predisposto il decreto attuativo che di fatto dovrebbe sbloccare questi poteri del Fisco.
Si ricorda, a tal proposito, che il Garante della privacy si è più volte espresso in maniera critica in merito ad alcuni provvedimenti dell'Agenzia delle Entrate, soprattutto sulle regole di conservazione delle fatture, ritenendo la memorizzazione dei dati eccessiva e sproporzionata in uno stato democratico.
Di qui, il blocco delle nuove regole sui controlli dell'Agenzia delle Entrate e la mancanza del provvedimento per cui sono ancora in corso incontri con il Garante.
Con altra risposta ad interrogazione parlamentare (la n. 5-05615) è stato invece chiarito che - ai fini della rivalutazione dei marchi d’impresa iscritti a Stato patrimoniale - il valore del contributo economico determinato con la procedura di ruling, o con stima diretta, ai fini delle agevolazioni per Patent box, non può essere automaticamente assunto quale nuovo valore di iscrizione in bilancio.
Il contributo economico non necessariamente coincide con il valore economico. Solo quest’ultimo, infatti, rappresenta il dato a cui “agganciare” la rivalutazione, esprimendo il valore che può essere fondatamente attribuito al marchio in base alla capacità produttiva e alla possibilità di utilizzazione economica nell’impresa.
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