E’ evasione IVA anche se il debito scende sotto la soglia di rilevanza penale
Pubblicato il 05 giugno 2013
Il contribuente che ha rateizzato il debito fiscale, se paga le prime due rate scendendo sotto la soglia di rilevanza penale pari a 50mila euro, dopo la prevista scadenza, incorre ugualmente nel reato di evasione Iva. In tal caso è legittimo il sequestro preventivo dei beni del contribuente.
La precisazione giunge dalla Corte di Cassazione che, con la sentenza n.
24185 del 4 giugno 2013, ha confermato il sequestro per equivalente sui beni di un imprenditore.
A nulla è valsa la difesa del contribuente che ha sottolineato l’insussistenza del reato per mancato raggiungimento della soglia di punibilità, avendo pagato le prime rate del debito e facendo scendere così la somma dovuta sotto la soglia dei 50mila euro.
Per i giudici di legittimità il fatto che l’indagato avesse pagato parte del debito e così rideterminato l’intero ammontare, a distanza di circa due anni dal termine stabilito, non fa venire meno il reato: il fatto che vi fosse stata una rateizzazione non produce elementi atti a far ritenere che l'importo dell'imposta evasa sia disceso al di sotto della soglia di punibilità.
Confermando una precedente pronuncia della Suprema Corte, la sentenza 24185/2013 ribadisce che il reato di omesso versamento si consuma alla scadenza del termine.