Rossano frequenta settimanalmente l’Ispettorato del lavoro. Non è un consulente, non esercita la professione di avvocato o di commercialista, non è sindacalista, non fa parte di alcuna associazione di categoria.
Perché, allora, lo si incontra spesso nella sede dei paladini della legalità giuslavorista? Rossano è dipendente di una società che gestisce la distribuzione automatica di alimenti e bevande. Di settimana in settimana si occupa di controllare il corretto funzionamento dei distributori, rifornirli di snack, capsule e succhi di frutta per poi procedere all’incasso delle monetine.
Un bel giorno, grazie alla confidenza che si è instaurata con un paio di ispettori, racconta ai funzionari che da tre mesi non percepisce lo stipendio.
Gli ispettori rimangono basiti! Ma come, un’azienda così conosciuta e che oltretutto lavora con il settore pubblico, non è in regola con i pagamenti? Immediatamente accedono alla banca dati e controllano il DURC della società: l’esito è positivo, l’azienda per cui lavora Rossano è perfettamente in regola dal punto di vista assicurativo e previdenziale.
Rossano si sente preso in giro: “In regola?!? Ma che state dicendo?”. Gli ispettori spiegano al dipendente che dal 1° luglio 2015 sarà possibile richiedere direttamente online il DURC e che molteplici soggetti potranno verificare la regolarità contributiva, ma che purtroppo tra questi soggetti non sono annoverati … i lavoratori (art. 1, D.M. del 30 gennaio 2015)!
“Scusatemi, ma mi sembra tutto così illogico… Non posso verificare personalmente se la mia azienda versa i contributi e, oltretutto, mi dite che il mancato pagamento delle retribuzioni non inficia l’esito del DURC che risulta comunque regolare: ho capito bene?”.
Gli ispettori sono in difficoltà, Rossano ha ragione, finché ad uno dei due funzionari si accende la classica lampadina: “Quando ti trovi dinanzi a una donna non particolarmente attraente utilizzi la fantasia per rendere questa visione tollerabile. Il Legislatore si comporta alla stessa maniera: usa l’immaginazione per dire che un rapporto di lavoro è regolare!”.
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