Dubbi sulla regolarizzazione con contratto a termine

Pubblicato il 15 ottobre 2015

Non è un bel momento per il farmacista che ha impiegato in nero il giovane Elio Manganesi: un conto è sapersi destreggiare con la tavola periodica di Mendeleev, un altro con l’apparato burocratico.

Dopo che gli ispettori hanno adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, per ottenere la revoca di tale atto il titolare della farmacia ha pagato € 500,00, ha deciso di versare i restanti € 1.500,00 maggiorati del 5% entro i prossimi sei mesi (art. 22 comma 4 del D.lgs. n. 151/2015) e ha regolarizzato il neo-laureato Elio Manganesi con contratto a termine della durata di tre mesi (art. 22 comma 1 del D.lgs. n. 151/2015).

Dove sarebbe il problema? Gli ispettori spiegano al farmacista che la nuova normativa presenta “un difetto di coerenza sistematica”. “Cosa?!? Coerenza …di che?!?”, sbotta il medico titolare del negozio farmaceutico.

I funzionari sono perentori: “La legge deve essere interpretata in modo sistematico, facendo dialogare tra loro le diverse norme: il rapporto in nero di regola è a tempo indeterminato. Ci perdoni se invadiamo il suo campo, in chimica è possibile la trasformazione inversa, ma nel diritto del lavoro no! Non è ammesso il passaggio da tempo indeterminato a tempo determinato!”.

“Boh, dicono che la mia materia sia indecifrabile, ma per me siete incomprensibili – commenta sbigottito il farmacista. Insomma, questa sospensione me la revocate o no?”.

“La stipula di un contratto a tempo determinato – proseguono con british aplomb i funzionari ministeriali – è possibile solo mediante atto scritto firmato nel momento in cui si conclude l’accordo: nessuno può derogare a questa regola (art. 19, comma 4 del D.lgs. n. 81/2015), nemmeno la P.A.. Di conseguenza, in attesa che il Ministero prenda un’autorevole e dirimente posizione in materia, dovrà assumere il sig. Manganesi a tempo indeterminato, in caso contrario niente revoca!”.

Il sociologo francese Michel Crozier, nella sua opera più importante “Il fenomeno burocratico”, non a caso definiva la burocrazia come un sistema organizzativo incapace di correggere i propri errori.

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