Il decreto semplificazioni, nel suo iter di conversione in legge, ha subito più di un ritocco grazie agli emendamenti presentati dalla maggioranza. Uno di questi, approvato dalle Commissioni Lavori pubblici e Affari costituzionali del Senato, ha riaperto la rottamazione ter per tutti coloro che non hanno saldato, entro il 7 dicembre scorso, le somme dovute per il 2018.
Rilevanti anche le altre novità fiscali licenziate ieri, che riguardano:
Il decreto fiscale collegato (Dl n. 119/2018) ha previsto una nuova definizione agevolata delle cartelle, includendo tra gli ammessi alla rottamazione ter anche i decaduti dalle precedenti definizioni agevolate che non avevano pagato le rate scadute a luglio, a settembre e ad ottobre, a condizione che si mettessero in regola con gli importi ancora da pagare entro il 7 dicembre 2018.
Il nuovo correttivo inserito nel Dl semplificazioni riapre, ora, i termini anche a quei debitori che, dopo aver aderito alla rottamazione-bis, non hanno versato - entro il 7 dicembre 2018 - le somme dovute in scadenza a luglio, settembre e ottobre 2018.
L’emendamento riduce, però, il numero delle rate previste che passano da 18 a 10. Chi vuole aderire alla nuova definizione agevolata avrà tre anni per versare a rate gli importi dovuti e non più cinque come prevede la rottamazione ter. Pertanto, i pagamenti dovranno essere conclusi entro il 30 novembre 2021, anziché entro il novembre 2023.
Con lo stesso emendamento al Decreto n. 135/2018 è stato modificato anche il cosiddetto “saldo e stralcio”, ossia quella particolare forma di definizione agevolata prevista dalla “Pace fiscale” per coloro che si trovano in condizioni di difficoltà economica ed hanno un Isee fino a 20mila euro.
L’intento del correttivo è di evitare il passaggio automatico del contribuente, che non è stato ammesso al “saldo e stralcio”, alla rottamazione ter.
Perciò, con la modifica approvata si precisa che:
Negli ultimi concitati momenti di lavoro sul Dl semplificazioni, da parte delle commissioni del Senato, sono state approvate anche diverse norme che interessano le attività di imprese e professioni.
In particolare, con altri emendamenti licenziati è stato stabilito che:
anche i professionisti sono ammessi alla sezione speciale del Fondo di garanzia per le Pmi in crisi nella restituzione dei finanziamenti bancari a causa dei crediti con la Pa;
sono definite gravemente inique le clausole che prevedono termini di pagamento superiori a 60 giorni nel campo delle transazioni commerciali tra privati, ma solo nel caso di rapporti tra grandi imprese e Pmi;
sono ridotti i tempi per la costituzione delle società di capitali, con la previsione dell’atto depositato dal notaio entro 10 giorni e non più 20;
sono alleggeriti gli adempimenti per le Start up e le Pmi innovative che potranno inserire le informazioni anagrafiche online su startup.registroimprese.it;
il 31 dicembre 2019 terminerà l'era del Commissario straordinario per l'attuazione dell'Agenda digitale italiana e le competenze e le linee di azioni faranno capo direttamente al Presidente del consiglio o a un ministro delegato;
non si considera servizi digitali e, quindi, sono esonerati dall’applicazione della nuova Web tax, la messa a disposizione di un’interfaccia digitale il cui scopo principale è quello di fornire agli utenti dell’interfaccia contenuti digitali, servizi di comunicazione o servizi di pagamento - come per esempio le prestazioni rese dalle imprese di telefonia, i servizi di pagamento digitali (Pay pal), il marketplace dei software, Borsa italiana e Borsa elettrica.
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