Il Governo mette un freno ai correttivi sull’ecobonus al 110% per gli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici. Lo stanziamento stabilito dal Parlamento per i ritocchi al decreto Rilancio si ferma a 800 milioni.
Restano possibili solo:
Tra i correttivi anche la riduzione dei massimali per i singoli interventi per ogni unità abitativa.
Dunque un nulla di fatto per le strutture alberghiere e per l’allungamento al 31 dicembre 2022. La possibilità si riaprirà con il decreto di luglio, annunciato dal ministro Mef Gualtieri.
Lo stesso ministro, nel question time di ieri al Senato, ha spiegato che per l’emanazione delle regole attuative dell’ecobonus in argomento si dovrà attendere la fine dei lavori parlamentari sul decreto Rilancio.
Dimezzato il pacchetto di emendamenti al Rilancio dei relatori da 40 a 22, subemendabili entro domenica.
È proprio un emendamento dei relatori che propone di introdurre la possibilità per le imprese di cedere i crediti d’imposta collegati al Piano nazionale Impresa 4.0. Si tratta, ad esempio, dei crediti per investimenti in beni strumentali, in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e in formazione 4.0.
Per il lavoro il ministro, Nunzia Catalfo, affina un pacchetto di riforma della Cig con incentivi alle assunzioni, staffette generazionali (a favore di giovani e donne che vengono da periodi di lunga disoccupazione o di inattività) e detassazione dei premi di produttività.
La Cig costa troppo e si studia una via d’uscita. In tal senso si apre alla possibilità di inserire un esonero contributivo al posto della Cig per il personale in organico con lo stop dei licenziamenti.
È molto probabile che sul decreto, che approderà in Aula non prima del 3 luglio, sia posta la fiducia.
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