Dl Cura Italia. No al click day per professionisti. Apertura agli iscritti

Pubblicato il 20 marzo 2020

Ampia smentita di un “click day” per la richiesta dell’indennità di 600 euro prevista dal decreto “Cura Italia” a favore dei lavoratori autonomi.

Dl Cura Italia. No al click day per indennizzo agli autonomi

L’ipotesi era stata avanzata mercoledì scorso dal presidente Inps, Tridico, come modalità per erogare l’aiuto di 600 euro a favore di autonomi, professionisti, collaboratori.

Lo stop a tale modalità è arrivato da più parti governative.

Il Mef, attraverso Misiani, ha affermato che “non ci sarà nessun click day, le risorse sono ampiamente sufficienti perché calcolate sull’intera platea potenziale”. Qualora dovessero rivelarsi insufficienti, la misura verrà rifinanziata. Sullo stesso piano anche il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta: “Non mi sembra un criterio che sta in piedi, non possiamo fare a chi prima arriva prima alloggia, è una comunicazione fatta dall’Inps, non una decisione del Governo”.

Nunzia Catalfo (Lavoro e Politiche sociali), oltre a smentire il click day, ha aggiunto che a breve saranno date indicazioni sulla data a partire dalla quale tutti i cittadini che ne hanno diritto potranno iniziare a fare richiesta degli indennizzi.

Il presidente dei commercialisti, Massimo Miani, si è detto confortato dalla smentita fornita dal sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta.

Dl Cura Italia. Apertura per gli iscritti agli ordini

Proprio sul fronte dell’erogazione dei suddetti 600 euro, ieri la ministra Catalfo si è impegnata a cercare di estendere l’aiuto a tutte le partite Iva, iscritte o meno agli ordini.

In primo luogo è stato chiesto alle Casse di previdenza professionali di fornire al Minlavoro il dettaglio del numero di iscritti distinti per fasce di reddito, visto che il beneficio in parola è legato ad un limite di reddito.

Il presidente Adepp ha commentato l’affermazione come “un primo passo importante”, in quanto viene eliminata una discriminazione che non ha nessuna logica.

A questo proposito, ieri commercialisti e consulenti del lavoro hanno chiesto al Governo parità di trattamento tra professioni ordinistiche e non.

I professionisti – sostengono Miani e Calderone – “non sono esenti da questo momento di difficoltà. Anzi, sono chiamati a mantenere tutto il personale in forza e a fare importanti investimenti in tecnologia per erogare al meglio la propria consulenza. E questo commercialisti e consulenti del lavoro continueranno a farlo con il consueto senso di responsabilità e impegno civico che contraddistingue il loro operato. Il decreto Cura-Italia considera tuttavia il comparto solo marginalmente, mentre in questo momento sarebbe quanto mai doveroso e strategico tutelarlo”.

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