La Corte di giustizia europea, con sentenza depositata nella causa C-288/09, è intervenuta in materia di appalti pubblici pronunciandosi su una procedura di gara prevista nel Codice francese qualificata come “appalto di definizione” che ha come finalità quella di consentire una esplorazione delle possibilità e delle condizioni per elaborare successivamente un contratto d'appalto. Secondo la Francia, la direttiva 2004/18/Ce sugli appalti pubblici costituirebbe solo una direttiva di coordinamento che consentirebbe agli Stati membri la discrezionalità di mantenere o di emanare, in materia di appalti pubblici, disposizioni diverse da quelle previste dalla citata direttiva.
Di diverso avviso i giudici europei secondo i quali “se è vero che la direttiva 2004/18 non è intesa a stabilire un'armonizzazione completa del regime degli appalti pubblici negli stati membri, è anche vero che le procedure di aggiudicazione degli appalti che gli stati membri sono autorizzati ad utilizzare sono elencate tassativamente all'art. 28 di tale direttiva”. La direttiva in questione, cioè, non autorizza diverse procedure di aggiudicazione come nel caso esaminato.
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