Direttiva Copyright. Sì del Parlamento Ue

Pubblicato il 27 marzo 2019

Il Parlamento europeo, con 348 voti favorevoli, 274 contrari e 36 astensioni, ha approvato la direttiva che riforma il diritto d'autore nel mercato unico digitale, concludendo, così, un iter legislativo iniziato nel 2016.

La decisione del Parlamento Ue, assunta nella seduta del 26 marzo 2019, dovrà essere formalizzata, nelle prossime settimane, anche dal Consiglio dell’Unione europea.

L’intenzione del legislatore europeo – da quanto si appende nel comunicato stampa diffuso sul sito istituzionale del Parlamento – è quella di garantire che diritti e obblighi del diritto d'autore di lunga data si applichino anche online.

Diritti d’autore nel mercato digitale

Prevista, così, l’introduzione di misure finalizzate ad incentivare la negoziazione di accordi tra i titolari dei diritti (musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori ed editori di notizie), e le piattaforme Internet (tra le quali YouTube, Facebook e Google News) sulla remunerazione derivata dall'utilizzo delle opere.

Inoltre, le nuove disposizioni Ue sancirebbero la diretta responsabilità delle piattaforme Internet sui contenuti caricati sul loro sito.

Libertà di espressione comunque tutelata

L’intervento – assicura la nota dell’Ufficio stampa del Parlamento – introduce anche diverse previsioni volte a garantire che Internet rimanga uno spazio di libertà di espressione.

Viene spiegato, in particolare, che la condivisione di frammenti di articoli di attualità è espressamente esclusa dal campo di applicazione della direttiva, pur in presenza di disposizioni volte ad evitare che gli aggregatori di notizie ne abusino.

Nel comunicato viene anche precisato che lo "snippet" "potrà continuare ad apparire in un newsfeed di Google News, ad esempio, o quando un articolo è condiviso su Facebook", a condizione che sia "molto breve". Inoltre, Meme o GIF sono espressamente esclusi dalla direttiva

Altra precisazione resa nel comunicato riguarda il caricamento di opere su enciclopedie online in modo non commerciale come Wikipedia, o su piattaforme software open source come GitHub, che – viene spiegato – “sarà automaticamente escluso dal campo di applicazione della direttiva”.

La direttiva prevederebbe, a seguire, degli obblighi più leggeri per le piattaforme di nuova costituzione (start-up).

Le nuove norme Ue sul copyright sono da tempo al centro del dibattito tra gli addetti ai lavori. A fronte della grande soddisfazione di molti editori non può non evidenziarsi la delusione di chi sottolinea il rischio che le nuove disposizioni, anziché incentivare le grandi piattaforme internet a stringere accordi con i titolari dei diritti d’autore (soprattutto con le piccole realtà) possano causare, di fatto, una limitazione dell’accesso di questi ultimi alla rete.

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