Direttiva case green: analisi, obiettivi e ruolo dei commercialisti nella transizione ecologica

Pubblicato il 21 gennaio 2025

Il Consiglio Nazionale e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno reso pubblico il documento intitolato “Primo esame della direttiva «Prestazione energetica nell’edilizia»”, più comunemente conosciuta come “Direttiva case green”. Il documento analizza i contenuti principali della Direttiva europea 2024/1275, approvata in via definitiva dal Parlamento europeo il 12 marzo 2024 e dall’ECOFIN il 12 aprile 2024, per poi essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea l’8 maggio 2024. Curato dalla Commissione “Fiscalità immobiliare e della transizione ecologica”, presieduta da Marco Preverin e coordinata dal Consigliere e tesoriere nazionale Salvatore Regalbuto, il documento si propone di fornire una prima analisi per comprendere le implicazioni e gli obiettivi della normativa europea nell’ambito della sostenibilità e dell’efficientamento energetico.

Direttiva Europea case green

La Direttiva europea 2024/1275 sulla “Prestazione energetica nell’edilizia”, conosciuta anche come “Direttiva case green”, è parte integrante delle iniziative dell’Unione Europea per contrastare i cambiamenti climatici e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La normativa si concentra sull’efficientamento energetico degli edifici, responsabili di circa il 40% del consumo energetico totale e del 36% delle emissioni di gas serra nell’UE.

Tra i principali obiettivi, si punta a ridurre il consumo energetico medio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, con particolare attenzione alla ristrutturazione degli edifici meno performanti.

Obiettivi e tempistiche

Il percorso di implementazione della Direttiva 2024/1275 prevede diverse tappe fondamentali per raggiungere l’obiettivo di un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050. La Direttiva è entrata in vigore il 29 maggio 2024, e gli Stati membri hanno a disposizione due anni, fino al 29 maggio 2026, per recepire le disposizioni e predisporre piani nazionali di ristrutturazione energetica.

Tra gli step intermedi, si evidenziano obiettivi specifici per gli edifici residenziali e non residenziali. Per i primi, è richiesta una riduzione del consumo energetico medio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2020. Questo risultato dovrà essere raggiunto per almeno il 55% attraverso la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con le peggiori prestazioni energetiche. Per quanto riguarda gli edifici non residenziali, invece, si punta a una riduzione del consumo medio del 16% entro il 2030 e del 26% entro il 2033.

Un altro punto chiave riguarda i nuovi edifici: a partire dal 1° gennaio 2030, tutte le nuove costruzioni dovranno essere a "emissioni zero", garantendo un consumo energetico estremamente basso e soddisfacendolo interamente attraverso fonti rinnovabili.

La Direttiva prevede inoltre alcune esenzioni. Ne sono esclusi, ad esempio, gli edifici di particolare valore storico o architettonico, i luoghi di culto, i siti industriali e tecnici, oltre agli edifici residenziali utilizzati saltuariamente, a condizione che il loro consumo energetico annuo sia inferiore al 25% rispetto a un utilizzo continuativo.

Questo approccio graduale e flessibile consente agli Stati membri di adattare le misure alle proprie specificità nazionali, pur mantenendo l’obiettivo finale di migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurre significativamente le emissioni di gas serra nel settore immobiliare.

Misure energetiche della direttiva: incentivi, disincentivi e fonti rinnovabili

Tra le misure previste dalla Direttiva 2024/1275, particolare rilievo assumono gli incentivi e i disincentivi legati alle fonti di energia. A partire dal 2025, non saranno più concessi incentivi per l’installazione di caldaie alimentate esclusivamente a metano, segnando un chiaro passo verso la progressiva eliminazione di questi impianti, che dovrà avvenire completamente entro il 2040. Parallelamente, viene promossa l’adozione di fonti rinnovabili: tutti gli edifici di nuova costruzione, così come quelli sottoposti a ristrutturazione, dovranno integrare soluzioni energetiche rinnovabili. Inoltre, ove tecnicamente ed economicamente fattibile, è richiesto l’utilizzo di impianti solari, rappresentando un ulteriore incentivo per ridurre la dipendenza da combustibili fossili e accelerare la transizione verso un parco edilizio a emissioni zero. Queste disposizioni sottolineano la volontà di favorire un modello di sviluppo sostenibile nel settore edilizio, combinando l’efficienza energetica con l’uso di energie pulite.

Ruolo dei commercialisti nella direttiva case green

Il Consiglio Nazionale e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il documento “Primo esame della direttiva «Prestazione energetica nell’edilizia»” per fornire una prima analisi approfondita della Direttiva europea 2024/1275. Grazie alla loro competenza in ambito fiscale e normativo, i commercialisti rivestono un ruolo cruciale nel supportare imprese e cittadini nell’applicazione pratica della normativa. Il loro contributo è essenziale per pianificare interventi di efficientamento energetico, accedere agli incentivi previsti e rispettare le tempistiche imposte dalla Direttiva.

Attraverso questa analisi preliminare, i commercialisti offrono uno strumento fondamentale per comprendere gli obiettivi della normativa e affrontare con consapevolezza le sfide della transizione ecologica. La Direttiva rappresenta un'importante opportunità per ridurre l’impatto ambientale del patrimonio immobiliare e favorire un modello di sviluppo sostenibile. Con il loro supporto, imprese e cittadini possono non solo adeguarsi agli obblighi normativi, ma anche cogliere i vantaggi derivanti da un sistema più efficiente e rispettoso dell’ambiente.

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