Con 110 voti favorevoli, 60 contrari e nessun astenuto anche l’Aula del Senato ha licenziato con favore la delega al governo per la riforma fiscale. Il testo, approvato dalla Camera tre settimane fa, deve ora farvi ritorno a causa di alcuni emendamenti inseriti. Come pare, il passaggio a Montecitorio sarà veloce in quanto non sono previste ulteriori modifiche.
Infatti, obiettivo della maggioranza è di chiudere il capitolo prima della pausa estiva dei parlamentari.
Ma si tratta solo della delega e, quindi, la riforma sostanziale avverrà con l’emanazione dei decreti delegati, che dovrà avvenire nei 24 mesi successivi all’approvazione de Ddl.
Come più volte ricordato, la delega fiscale rappresenta un progetto molto corposo: si andrà ad operare su redditi delle persone fisiche e delle imprese, Irap, Isa, tributi locali, pagamenti delle imposte, riscossione, ecc.
Ricordiamo alcuni punti che la compongono.
Le novità più recenti riguardano il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance allargata.
Prevista, infatti, l’esclusione delle sanzioni amministrative tributarie e la riduzione di almeno due anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento per i contribuenti il cui sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale sia certificato da professionisti qualificati anche con riferimento alla loro conformità ai principi contabili.
Altro punto aggiunto nella delega è – per partite Iva escluse dagli Isa e imprese fuori dalla cooperative compliance – la riduzione di due anni dei periodi d’imposta soggetti ad accertamento per chi ottiene il “bollino blu” del rischio fiscale.
Un tasto dolente affrontato è quello presente nella stesura originaria delle delega riguardante la presunta “automaticità” del pignoramento sui conti correnti da parte dell’agente della riscossione.
Tale disposizione è stata aggiustata dalla commissione Finanze del Senato che ha tranquillizzato i contribuenti i quali non subiranno prelievi forzosi sui loro conti bancari.
L’intenzione è solo quella di “informatizzare e semplificare la procedura di pignoramento dei rapporti finanziari”. Al fine di evitare che la procedura di pignoramento – già attualmente possibile - si riveli infruttuosa, si accelera sul procedimento informatico per sapere se vi è disponibilità sul conto da pignorare.
Rimangono ferme le forme di tutela previste a favore del debitore.
Ritornando ai primi passi del testo del Ddl di riforma fiscale in Parlamento, era stata prevista una semplificazione degli obblighi dichiarativi che comprendesse anche l’addio graduale degli Isa - indici sintetici di affidabilità – per le partite Iva.
Dunque, tali soggetti sarebbero stati esonerati dall’obbligo di compilare il modello degli Isa e da tutte le conseguenze a questi legate.
Ma, con le modifiche approvate in commissione Finanze al Senato, vi è stato un cambio di rotta.
In sostanza gli Isa non vengono eliminati ma non saranno più uno strumento di controllo successivo bensì saranno di stimolo per promuovere l’adempimento spontaneo.
Ciò anche in collegamento con la finalità del concordato preventivo biennale che prevede la proposta del Fisco nel determinare l’imponibile e pagare le imposte: l’Agenzia , dunque, potrà attingere i dati per formulare la proposta anche dagli indicatori sintetici di affidabilità.
In aggiunta, il regime premiale delle pagelle fiscali sarà rafforzato.
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