Il testo del “Decretone”, modificato dagli emendamenti presentati nelle scorse settimane, è stato approvato al Senato. Il D.L. n. 4/2019, atteso ora al vaglio della Camera, è stato ritoccato in più parti rispetto al testo pubblicato in "Gazzetta Ufficiale" il 28 gennaio scorso. A partire dal Reddito di Cittadinanza (RdC), punto cardine del M5S, fino alla pensione “quota 100”, altro cavallo di battaglia del governo giallo-verde. L’INPS, intanto, come annunciato, pubblica sul proprio portale telematico i moduli per richiedere Reddito e Pensione di Cittadinanza (uno per la domanda e gli altri due per le eventuali variazioni successive).
Vediamo nel dettaglio come è cambiato il “Decretone”, rispetto alla sua versione originaria, e quali potranno essere gli ulteriori sviluppi alla Camera.
Una prima modifica, data per certa, riguarda gli stranieri che provengono da Paesi extraUE. Questi ultimi, se intendono chiedere il Reddito di Cittadinanza, dovranno comprovare la composizione del nucleo familiare. In altri termini, hanno l’obbligo di produrre “apposita certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato estero, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall'autorità consolare” del nostro Paese.
Tale obbligo è escluso solo per chi ha lo status di rifugiato. In questi casi, per ovvi motivi, è oggettivamente impossibile per lo straniero acquisire la certificazione richiesta per accedere al sussidio.
Sarà compito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con quello degli Affari Esteri, pubblicare un decreto che elenchi i Paesi dove non è possibile procurarsi la documentazione necessaria per la compilazione della Dichiarazione sostitutiva unica (DSU), ai fini della determinazione dell'ISEE.
Per evitare di erogare il RdC a soggetti che si sono separati “per finta”, è ora previsto che - in caso di coniugi separati dal 1° settembre 2018 – vi è l’obbligo di validare l’atto di separazione da apposito verbale della polizia locale. Ciò alla luce del boom di divorzi e cambi di residenza sospetti rilevati dalla Guardia di Finanza.
Sempre in tema di RdC, il governo è intervenuto sul requisito dell’assenza di dimissioni volontarie nei 12 mesi precedenti la richiesta del sussidio economico. Finora, tale divieto valeva per tutti i componenti del nucleo familiare; ora, con il nuovo emendamento approvato, la limitazione opera solamente per chi richiede la RdC card, non anche nei confronti dei restanti familiari.
Altra novità introdotta è rivolta ai familiari con disabili che abbiano richiesto il RdC. Per questi ultimi, l’accettazione dell’offerta congrua di lavoro è stata notevolmente alleggerita, in quanto saranno tenuti ad accettare l’offerta di lavoro soltanto entro i primi 100 km dalla loro residenza (prima erano 250km).
In merito alla pace contributiva, invece, l’emendamento approvato è intervenuto sul versamento dell’onere da sostenere, che può essere effettuato:
Ed è proprio su questo punto che s’intende intervenire, allungando da 5 a 10 anni la rateizzazione dell’onere da sostenere. In questo modo, il numero massimo delle rate mensili passerebbero da 60 a 120, per un importo minimo sempre di 30 euro.
Arriva l’ok anche in merito all’innalzamento da 30.000 a 45.000 euro del limite per l’anticipo delle liquidazioni (TFS) degli statali con prestito bancario.
Si ricorda, a tal proposito, che il meccanismo di funzionamento è molto simile a quello previsto per l’Ape volontario: si tratta, in particolare, di un prestito bancario che dovrà successivamente essere restituito, insieme agli interessi, mediante trattenuta effettuata direttamente dell’INPS al momento dell’erogazione del TFS. Ma non solo. È possibile godere anche di una detassazione sull’importo anticipato, nella misura dell’1,5%, dell’aliquota Irpef.
Altro intervento confermato riguarda l’innalzamento da 45 a 50 anni del tetto anagrafico per il riscatto agevolato della laurea, ampliando la platea dei potenziali beneficiari.
Per chi assume soggetti percettori del Reddito di Cittadinanza, il Governo è pronto ad intervenire allungando l’incentivo da 5 a 18 mensilità.
Per le lavoratrici madri con figli disabili sarebbe poi prevista la possibilità di accedere alla pensione con tre anni di contribuzione in meno, 35 anziché 38, facendo così scendere da 100 a 97 la “quota” per le nuove uscite anticipate.
Infine, sono stati pubblicati sul sito dell’INPS – con tempismo perfetto – i moduli per la richiesta (a partire dal 6 marzo 2019) del Reddito di Cittadinanza e della Pensione di Cittadinanza. Il modulo, denominato SR180, è composto da sette quadri:
Tra i requisiti previsti, ricordiamo che il nucleo familiare deve essere in possesso di un valore ISEE inferiore a 9.360 euro e un patrimonio immobiliare (esclusa la prima casa) inferiore a 30.000 euro.
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