Le forze politiche di maggioranza, a causa dell’evolversi della pandemia da Covid-19, stanno pensando al prossimo “Decreto Ristori” – che sarebbe il quinto – al fine di sostenere i cittadini più colpiti dall’emergenza sanitaria. Molte le ipotesi allo studio: dal prolungamento di 18 settimane della cassa Covid per il terziario e di quattro settimane per manifattura e edilizia, alla proroga dello stop ai licenziamenti con ammortizzatori, passando per l’estensione – per tutto il 2021 – dell’esonero dei contributi previdenziali dovuto dai lavoratori autonomi e dai professionisti.
Vediamo tutte le novità in dettaglio.
Per il prossimo “Decreto Ristori”, in tema di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, il Governo starebbe pensando a un doppio regime:
La diversa modulazione della proroga nel “Decreto Ristori 5” modificherebbe lo schema tracciato dal Governo in occasione della Legge di Bilancio 2021, quando è stato prolungato il blocco dei licenziamenti, con la garanzia che la cassa Covid sarebbe stata prorogata per tutti per 12 settimane a titolo gratuito:
In tema di blocco dei licenziamenti, i sindacati fanno pressing per una nuova proroga generalizzata. In ogni caso, verrebbe confermata la deroga al blocco dei licenziamenti per tre casi:
Per quanto riguarda l’esonero contributivo in favore degli autonomi, la Legge di Bilancio 2021 (L. n. 178/2020) ha previsto l’istituzione presso il Ministero del Lavoro di un Fondo con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro, per l’esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali dovuti per quest’anno dai lavoratori autonomi e dai professionisti che:
Il beneficio però è temporaneo, e per assicurare a tutta la platea interessata lo sconto per l’intero 2021, la dote del fondo sarà incrementata di 1,5 miliardi.
Un altro strumento su cui il governo punta - per ridurre l’impatto dei possibili licenziamenti che arriveranno alla fine del blocco - è il contratto di solidarietà difensiva.
In tal senso, il Governo vorrebbe rendere tale strumento più appetibile riconoscendo uno sconto contributivo alle imprese e diminuendo la percentuale che viene persa dai lavoratori (alzando i massimali), e calcolando una riduzione oraria su base mensile (eliminando l’ipotesi di riduzione giornaliera o settimanale).
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