Il testo della riforma della riscossione in Italia, atteso nella Gazzetta Ufficiale, è, invece, tornato al Consiglio dei Ministri per essere modificato.
Il decreto sulla riforma è stato approvato definitivamente il 3 luglio 2024, dopo un primo via libera l'11 marzo 2024.
Tuttavia, il decreto è stato riesaminato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 22 luglio 2024.
Il motivo? Un problema sulla "cartolarizzazione" dei crediti non riscossi, cioè la vendita di questi crediti a soggetti privati attraverso una procedura di gara pubblica.
Questo processo, aggiunto dopo la presentazione del testo originario, avrebbe cambiato il valore contabile dei crediti per gli enti creditori e avrebbe richiesto risorse aggiuntive per coprire il differenziale.
Dunque, si è reso necessario togliere dal provvedimento del 3 luglio 2024 la possibilità di cartolarizzazioni, il trasferimento del rischio a titolo oneroso a soggetti privati specializzati.
Nel riaffidamento dei carichi, l'ente creditore poteva tentare il recupero del credito, oltre che gestendolo direttamente o dandolo nuovamente all'Agenzia delle Entrate-Riscossione, con un terzo modo.
Era stata prevista la vendita di questi crediti a privati specializzati passando da una gara di appalto pubblica, ottenendo immediatamente liquidità e alleggerendo il proprio bilancio da queste poste.
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