Decreto Rilancio. Sconto Irap anche senza perdita di fatturato

Pubblicato il 12 maggio 2020

Questione Irap. Dal decreto Rilancio, durante l’esame tecnico del preconsiglio dei Ministri, smonta l’ipotesi del vincolo della fascia di imprese che ha subito un danno economico evidente, annunciato dal ministro dell'Economia Gualtieri, per il blocco della rata di giugno.

Dunque, lo stop al saldo e all’acconto di giugno 2020 dell’Irap interesserà tutti i soggetti fino a 250 milioni di volume d'affari, con l'eccezione di banche e assicurazioni, anche senza il requisito delle perdite rilevanti di fatturato.

Sull’annoso argomento Irap incalzano le categorie.

Tutto parte dalla richiesta del presidente designato di Confindustria, Carlo Bonomi: abolire l’Irap, per alleggerire il carico fiscale che grava sul settore produttivo, semplificare gli adempimenti ed evitare una partita di giro inutilmente complicata in queste settimane tra misure di sostegno da erogare e imposta da riscuotere.

Tra i professionisti, Massimo Miani, presidente Cndcec, esorta ad una scelta coraggiosa ma necessaria: “Molte volte in passato, l’ultima nel 2018, avevamo proposto la riforma dell’Irap, oggi sostengo che è giusto tagliarla, con un colpo di spugna sulla drammatica congiuntura che stiamo vivendo… Più avanti ci sarà tempo e occasione di riconsiderare la partita, si valuterà come compensare la riduzione di gettito e il finanziamento del sistema sanitario. Ma oggi è urgente cancellare questa imposta che, nonostante sia stata limitata negli anni, continua ad avere effetti distorsivi, a complicare adempimenti e in definitiva ad aggravare i costi per imprese e professionisti”.

Per Marina Calderone, presidente del Cup - Comitato unitario delle professioni - l’abolizione non basta neanche: “Eliminare l’Irap va certamente nella direzione giusta, anche se si devono trovare nuove misure di sostegno per i servizi regionali, sanità in testa. Ma questa auspicabile eliminazione non risolve il problema immediato degli imprenditori, alle prese con il pagamento dei debiti maturati in questi mesi di chiusura. Il ricorso al credito bancario non è risultato né semplice né fruibile. Quindi si rende necessario comunque intervenire con contributi a fondo perduto, utili a fare ripartire”.

Decreto Rilancio. Altre misure in cantiere

Prende piede l’ipotesi che, fino al 31 dicembre 2022, basterà l’autocertificazione per il diritto ai benefici economici comunque denominati, indennità, prestazioni previdenziali e assistenziali, erogazioni, contributi, finanziamenti legati all’emergenza Coronavirus.

La misura eviterebbe i ritardi per l’iniezione di liquidità alle aziende che si sono registrati in questo periodo di emergenza, come nel caso dei prestiti sopra i 25mila euro. Tuttavia, gli interessati dovrebbero avere l’obbligo di restituzione del 150% di quanto ricevuto.

Per contrastare le false dichiarazioni saranno rafforzate le misure penali.

Novità per l’Imu di alcuni settori del turismo. Ci sarà l’abolizione del versamento della prima rata del 16 giugno 2020 per gli immobili accatastati D/2, per chi possiede e gestisce alberghi e pensioni, stabilimenti balneari, marittimi, lacuali e fluviali (sia della quota dello Stato che di quella del Comune).

Termine di decadenza allungato di un anno: il Fisco potrà notificare gli atti impositivi in scadenza tra il 9 marzo e il 31 dicembre 2020 entro il 2021, anche se gli atti dovranno essere emessi comunque entro il 31 dicembre 2020.

Per le compensazioni orizzontali con F24 il tetto tra crediti e debiti fiscali e contributivi dovrebbe essere innalzato dai 700mila al milione di euro. Ma sono sospese, solo per l’anno 2020, la compensazione dei rimborsi fiscali con crediti iscritti a ruolo ed il blocco dei pagamenti della Pa in caso di creditori inadempienti per importi fiscali oltre 5mila euro (solo per il periodo tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020).

Per l’editoria, il bonus pubblicità - credito d'imposta per gli investimenti in pubblicità - passa dal 30 al 50%, con tetto di spesa per il 2020 di 60 milioni di euro.

Lo affiancherà, sempre per il 2020, un credito d'imposta per l'acquisto della carta utilizzata per la stampa di libri e giornali.

Un credito d’imposta del 30% potrebbe interessare l'acquisizione dei servizi di server, hosting e banda larga per le testate edite in formato digitale.

E per le edicole dovrebbe arrivare un contributo una tantum fino a 500 euro.

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