Decreto Irpef definitivo, confermati gli 80 euro al mese
Pubblicato il 24 aprile 2014
Pronto il testo definitivo del
decreto Irpef che dopo la
"bollinatura" da parte della Ragioneria generale attende ora solo la pubblicazione in “
Gazzetta Ufficiale”.
Il testo finale del decreto conferma quanto annunciato dal Governo Renzi negli ultimi tempi, seppur con qualche ritocco.
Novità dell’ultima ora e conferme
Nel 2014 verrà dato il
bonus da 80 euro al mese a tutti i lavoratori dipendenti e i collaboratori assimilati con reddito da 8.000 a 24.000 euro lordi annuali. L’aumento, in busta paga da maggio, sarà pieno per i redditi fino a 24mila euro, mentre da 24.000 a 26.000 euro il bonus decresce fino a zero. Salta invece per gli
incapienti, ossia per chi non paga Irpef perché le detrazioni superano il dovuto.
Nella versione finale del decreto entra però una precisazione importante: all’articolo 1, comma 2 è specificato che il credito
“è rapportato al periodo di lavoro nell’anno”. Ciò significa che solo chi lavora tutto il 2014 ottiene i 640 euro previsti, ossia i famosi 80 euro al mese, mentre se si lavorano 10 mesi oppure metà anno si avranno rispettivamente i 10/12 oppure il 50% del previsto (320 euro). Dunque, anche se la distribuzione del bonus si articola in otto mesi (da maggio a dicembre), il suo diritto matura però con riferimento ai 12 mesi dell’anno in corso.
Confermato il
taglio dell'Irap del 10% per le aziende: l’aliquota principale passerà dal 3,9% al 3,5% nel 2015, mentre per il 2014 è attesa un’aliquota intermedia del 3,75%. Contribuiranno alle coperture anche la Rai e gli editori.
Sale al 26% l'aliquota sulle
plusvalenze dalla rivalutazione delle quote Bankitalia. L’imposta dovrà essere versata “
in un’unica soluzione entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013″ (ossia entro giugno). Nel testo definitivo si precisa che “
il valore fiscale delle quote si considera riallineato al maggior valore iscritto in bilancio, fino a concorrenza del valore nominale, a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto".
Dal primo luglio sale poi dal 20% al 26% la
tassazione delle rendite finanziarie che interesserà anche i dividendi staccati successivamente, le plusvalenze di azioni e fondi, è gli interessi su conti correnti e depositi postali. L’aumento non riguarda invece i titoli di Stato.
Viene confermato a 240.000 euro il
tetto per i dirigenti e i manager pubblici.
Capitolo a parte invece è stato dedicato ai
pagamenti della Pa. Sono entrate nel testo finale alcune novità che non saranno gradite ai creditori, dato che viene precisato che nel 2014 potranno essere pagati solo 5 miliardi di euro. Seppur le risorse a disposizione sono confermate a 8,77 miliardi, viene aggiunta “
l'eventualità che il patto di stabilità interno, in particolare per le Regioni, possa non consentire un completo utilizzo di tali risorse”.