Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, in Commissione finanze alla Camera, ha illustrato gli interventi sulla stretta negli appalti contenuta nel decreto fiscale e si è detto pronto al confronto con le categorie e Parlamento su ambito di applicazione e clausole di esclusione.
Al centro del dibattito le ritenute da versare in capo al committente in caso di appalti, norma che aggrava di nuovi adempimenti e oneri anche persone fisiche e piccole realtà imprenditoriali.
Le associazioni chiedono di ridurre il paletto dei 5 anni di attività e di indirizzare la stretta verso i fenomeni evasivi di imprese apri e chiudi.
L’apertura: «Circoscrivere l’applicazione alla somministrazione di manodopera, invece che a tutti i meccanismi di appalto, subappalto e affidamento e magari ampliando l’ambito delle clausole di esclusione che già esistono”.
Spazio anche alla discussione sulle misure restrittive nell’ambito delle compensazioni, che il ministro difende: il margine di manovra è limitato e la misura potrà essere solo oggetto di ritocchi. Si potrebbe escludere chi è in credito strutturale e i giovani professionisti, che dalla stretta perderebbero liquidità per l’obbligo di subordinare la compensazione alla presentazione della dichiarazione.
Sulle misure penali per i reati tributari più gravi, il ministro rimanda il tema ad “un attento esame parlamentare anche della commissione Giustizia”: “Penso - spiega il ministro - che ovviamente le pene detentive devono riguardare sempre e solo le sentenze passate in giudicato”.
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