Decreto Cura Italia, la posizione di Confprofessioni

Pubblicato il 17 marzo 2020

All’alba delle misure straordinarie approvate nel cd. “Decreto Cura Italia”, con l’obiettivo di porre rimedio alle situazioni di gravità in cui versano gli italiani a causa del repentino propagarsi del contagio da Coronavirus, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha commentato positivamente lo sforzo del governo.

Certamente alcune misure potevano essere perfettibili ed è evidente come le risorse stanziate arrivino a coprire un periodo ben circoscritto dell’emergenza. Tuttavia – sottolinea Stella - la fase di emergenza epidemiologica impone un’assunzione di responsabilità collettiva, alla quale non vogliamo e non possiamo sottrarci”.

Decreto Cura Italia, accolte le richieste di Confprofessioni

Entrando nel merito dei provvedimenti, il presidente Stella evidenzia come molte delle indicazioni sollecitate da Confprofessioni al tavolo del Governo dello scorso 5 marzo, siano state recepite dal decreto legge di Palazzo Chigi: dalla rimodulazione dei fondi strutturali europei alla centralità delle professioni sanitarie nel contenimento della diffusione del virus, dagli ammortizzatori sociali alla sospensione degli adempimenti tributari e contributivi.

Apprezziamo – ha aggiunto Stella – che le disposizioni sugli ammortizzatori sociali vanno verso una universalità delle tutele e le relative procedure di accesso sembrano essere state almeno in parte semplificate rispetto alle ipotesi iniziali”.

Bene, secondo il numero uno di Confprofessioni, anche le misure di sostengo al reddito che prevedono uno stanziamento di 300 milioni di euro per il 2020 e un’indennità riconosciuta ai lavoratori autonomi, ossia un ammortizzatore sociale universale per il mondo delle partite Iva.

Infine, accolta positivamente la decisione di sospendere gli adempimenti fiscali e contributivi. “Va cassata invece – secondo Stella – l’ingiustificabile estensione di due anni dei termini per l’accertamento fiscale, che rischia di penalizzare contribuenti che in questo momento devono essere sostenuti".

Tra le altre misure da modificare, quella relativa al credito d’imposta sugli affitti: secondo Confprofessioni “va esteso anche agli studi professionali il credito d’imposta sugli affitti, alla luce della chiusura di numerosissimi studi professionali a causa dell’emergenza Coronavirus”.

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