Sembra che la premier Giorgia Meloni abbia stoppato – “questa norma non passa” - la disposizione contenuta nella bozza di legge di bilancio 2024 del 24 ottobre che consentirebbe il pignoramento telematico diretto delle somme su conti correnti dei soggetti debitori nei confronti del Fisco.
Subito dopo la notizia della presenza della norma l’aria all’interno del Governo si era elettrizzata. Alcuni partiti di maggioranza avevano chiesto un cambio di direzione sui pignoramenti facili.
Il Mef ha messo le mani avanti sostenendo che quanto uscito sui contenuti della legge di bilancio nei giornini scorsi è frutto di “bozze non definitive”, “non attendibili”: il testo definitivo sarà reso noto al più tardi nella giornata di sabato 28 ottobre 2023.
Come detto, nella bozza di DDL di bilancio 2024 circolante il 24 ottobre, appare una disposizione che rende più semplice il pignoramento per l’agente della riscossione, in via stragiudiziale.
Al fine di velocizzare l’attività del riscossore, per verificare la disponibilità di somme nei conti correnti del debitore, si prevede l’accesso in modo diretto telematico, senza più richiedere informazioni agli istituiti di credito.
Ottenuto il risultato, l’agente può dare avvio immediato alla procedura di pignoramento, notificando al terzo l’ordine di pagamento e notificando al debitore l’ordine di pagamento.
Sulla notizia sono subito arrivate le puntualizzazioni di alcuni esponenti del Governo: “si tratta di prevedere la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per efficientare strumenti già esistenti utilizzati per il recupero d’importi relativi a cartelle esattoriali per le quali il contribuente non ha presentato ricorso e non ha ottenuto una sospensione giudiziale”.
Dunque, nessuna incursione nei conti correnti dei cittadini.
Ora, è necessario attendere la versione definitiva della legge di bilancio 2024 che sarà presentata in Parlamento per sapere le modifiche apportate alla norma in discussione.
Nella nuova formulazione del testo del Ddl di bilancio potrebbero essere presenti:
Inoltre, la stretta annunciata sul tax credit cinema – dimezzamento dei fondi negli anni 2024 e 2025 – stabilisce lo sconto in misura del 40%, che potrebbe, però, variare in relazione alle dimensioni di impresa o gruppi di imprese nonché in relazione a determinati costi eleggibili o soglie di costo eleggibile. Si aggiunge che il credito d’imposta potrebbe essere negato per imprese non indipendenti o imprese non europee.
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