Nuove regole per gli incarichi direttivi in seno al CSM. E' stato approvato dal plenum del Consiglio superiore della magistratura, in data 28 luglio 2015, il Testo unico sull’accesso agli incarichi direttivi e semidirettivi, che rappresenta un punto di svolta lasciando da parte la discrezionalità con cui avvengono le nomine per gli incarichi di vertice negli uffici giudiziari.
Sarà dato più spazio ai “requisiti attitudinali” del candidato capo (o aggiunto) dell’ufficio, con riferimento particolare al ruolo che deve ricoprire.
Fa il suo ingresso tra i requisiti la “cultura dell'organizzazione”, che fornisce informazioni sul modo in cui i candidati capi hanno gestito gli uffici che hanno occupato, sui rapporti intercorsi con la polizia giudiziaria, con il personale amministrativo e con l’avvocatura.
Degli incarichi politici ricoperti da coloro che sono ritornati in magistratura se ne dovrà tenere conto ma non in modo significativo, soprattutto per non ingenerare sospetti, nell'opinione pubblica, di non imparzialità nello svolgimento dell'incarico.
Al Procuratore generale competente spetterà il compito di stilare un rapporto sul modo in cui i procuratori gestiscono i loro uffici.
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha affermato che il nuovo testo rappresenta un passo nella direzione “di volere cambiare le regole e di voler dare un contributo al miglioramento della Giustizia italiana” da parte dei magistrati.
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