Csm in plenum straordinario sul Decreto giustizia
Pubblicato il 09 ottobre 2014
Il
Consiglio superiore della magistratura si riunirà, il 9 ottobre 2014, in
plenum straordinario, per procedere con l'espressione del
parere sugli
interventi relativi al processo civile, oggetto del
Decreto Legge n. 132/2014 già approvato dal Governo.
Il parere al voto del Csm
La
proposta di parere che il Csm si appresta a votare, per come messa a punto
dalla Sesta Commissione, si rivela
fortemente critica per quel che riguarda il
metodo di adozione delle nuove misure nonché il
contenuto delle medesime.
In particolare, la
scelta di intervenite con decreto legge – si legge sul testo della proposta di parere – comporta
delicati profili di compatibilità costituzionale.
Inoltre, le
misure individuate non sembrerebbero
nemmeno particolarmente idonee ad assicurare un reale incremento dell'efficienza del sistema giustizia.
Perplessità su arbitrato e negoziazione
Per quel che riguarda gli istituti di nuova creazione dell'arbitrato e negoziazione assistita, gli stessi rappresenterebbero, in realtà, una sorta di
duplicazione di strumenti processuali già esistenti.
L'
arbitrato, nel dettaglio,
in assenza di meccanismi incentivanti, potrebbe rivelarsi in realtà
pregiudizievole per le parti in quanto, in aggiunta agli esborsi già sostenuti in pendenza del procedimento giudiziale, si troverebbero nella condizione di dover
sopportate anche i costi del procedimento arbitrale.
Sulla
negoziazione assistita, le perplessità riguardano, in particolar modo, l'
estensione alle cause di lavoro.
Sistema ordinamentale, le misure potrebbero risultare controproducenti
Per quel che concerne, infine, le
modifiche al sistema ordinamentale, nel testo della proposta di parere viene evidenziato come i ripetuti e ravvicinati interventi realizzati con lo
strumento del decreto legge, del tutto "
frammentari e privi di sistematicità", rischierebbero fortemente di
alterare la complessa architettura ordinamentale della magistratura.
Con particolare riferimento alla
riduzione delle ferie di magistrati, viene evidenziato come il
taglio operato “
non pare in alcun modo assicurare una maggiore funzionalità ed efficienza della giustizia, ma addirittura potrebbe risultare in ipotesi, rispetto a tale obiettivo, persino controproducente”.