Crisi da sovraindebitamento, ragionieri a rischio esclusione dal registro
Pubblicato il 06 febbraio 2015
Il Decreto del ministero della Giustizia n.
202 del 24 settembre 2014, recante il regolamento sui
requisiti per l’iscrizione nel
registro degli organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento, prevede tra i vari titoli richiesti il
possesso della laurea magistrale o di
titolo di studio equipollente, in materie economiche o giuridiche.
In tal modo, i quasi trentacinquemila ragionieri iscritti all’
albo dei commercialisti (non in possesso di laurea magistrale) verrebbero esclusi dalla gestione delle crisi da sovraindebitamento.
L’allarme è stato lanciato da due Consiglieri nazionali della categoria delegati alla materia, Felice
Ruscetta e Maria Rachele
Vigani, che evidenziano come la norma appaia piuttosto contraddittoria dal momento che, in pratica, si consente ad un ragioniere di fare il liquidatore di una grande società ma non di gestire le crisi da sovraindebitamento.
L’esplicito richiamo alla laurea magistrale o titolo di studio equipollente – secondo Ruscetta e Vigani – “
taglia fuori automaticamente le decine di migliaia di ragionieri iscritti agli albi dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, privi sì di laurea quinquennale, ma di certo non di una specifica e ampiamente riconosciuta formazione per una simile attività professionale”.
L'auspicio è, dunque, che si tratti di una svista involontaria da parte del legislatore, che, allo stesso modo, equipara i ragionieri agli altri professionisti appartenenti agli ordini professionali dei notai, degli avvocati e dei commercialisti per ciò che riguarda l’obbligo di formazione previsto, esonerandoli per i primi tre anni dall’attività di formazione obbligatoria, purché documentino di essere stati nominati, in almeno quattro procedure, curatori fallimentari, commissari giudiziali, delegati alle operazioni di vendita nelle procedure esecutive immobiliari ovvero per svolgere i compiti e le funzioni dell'organismo o del liquidatore.
Incarichi quest’ultimi per i quali gli stessi ragionieri hanno l'abilitazione.