A seguito della pubblicazione, in Gazzetta ufficiale, del Regolamento contenente la disciplina dei corsi di formazione per l'accesso alla professione di avvocato (Decreto del ministero della Giustizia n. 17 del 9 febbraio 2018), il Consiglio nazionale forense ha messo a punto e diffuso una scheda esplicativa delle nuove regole che - viene ricordato - si applicheranno ai tirocinanti che si iscriveranno al relativo registro a partire dal 28 settembre 2018.
Nel prospetto, viene evidenziato l’obiettivo del regolamento, ossia quello di garantire la qualità e l’omogeneità dei corsi di formazione obbligatori previsti dall’art. 43, Legge n. 247/2012, nonché l’omogeneità di preparazione e di giudizio dei tirocinanti.
I corsi, si rammenta, possono essere organizzati da
• Consigli dell’Ordine Forensi;
• Associazioni forensi giudicate idonee;
• altri soggetti previsti dalla legge (incluse le scuole di specializzazione per le professioni legali) - solo previo accreditamento da parte dei Consigli Forensi, sentito il Consiglio Nazionale Forense, o da parte del Consiglio Nazionale Forense per i corsi a rilevanza nazionale.
Il provvedimento, viene ricordato, individua i termini di presentazione delle istanze di accreditamento dei corsi nonché il contenuto delle stesse (dati identificativi del soggetto formatore, indicazioni su organizzazione, durata, logistica, sistema di controllo, Comitato tecnico scientifico con Curriculum vitae dei componenti, quota di iscrizione ed eventuali finanziamenti, programma del corso e metodologia didattica, Curriculum vitae dei docenti che non devono aver subito sanzioni disciplinari definitive superiori all’avvertimento).
Il corsi dovranno contenere gli insegnamenti essenziali indicati nella Legge ordinamentale forense (diritto civile, diritto penale, diritto amministrativo; diritto processuale civile, penale e amministrativo, anche con riferimento al processo telematico, alle tecniche impugnatorie e alle procedure alternative per la risoluzione delle controversie; ordinamento e deontologia forense; tecnica di redazione degli atti giudiziari in conformità al principio di sinteticità e dei pareri stragiudiziali nelle varie materie del diritto sostanziale e processuale; tecniche della ricerca anche telematica delle fonti e del precedente giurisprudenziale; teoria e pratica del linguaggio giuridico; argomentazione forense; diritto costituzionale, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto dell'Unione europea, diritto internazionale privato, diritto tributario, diritto ecclesiastico; organizzazione e amministrazione dello studio professionale; profili contributivi e tributari della professione di avvocato; previdenza forense; elementi di ordinamento giudiziario e penitenziario).
Nello schema viene, infine, ricordato come il regolamento affidi al Consiglio Nazionale forense, per tramite di apposite Linee guida, il compito di fornire indicazioni sulla struttura dei corsi di formazione per l’accesso, “al fine di garantire l’omogeneità di preparazione su tutto il territorio nazionale oltre alla qualità dell’offerta formativa”.
In proposito, l’avvocato Francesca Sorbi, consigliere del CNF e coordinatrice della Commissione formazione, ha reso nota, allo stato, la messa a punto di un “vademecum”, redatto in modo collegiale dai laboratori delle singole scuole forensi del territorio, sulla cui base verranno tratti degli spunti per predisporre le Linee guida richiamate che avranno - sottolinea - valore normativo.
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