La sospensione dell’attività di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate dettata dall’emergenza Coronavirus cesserà dal 1° giugno, con la notifica di circa 8,5 milioni di atti ai contribuenti entro il 31 dicembre 2020.
Con la ripresa dell’ordinaria attività di notifica degli atti da parte degli Uffici, i contribuenti, che si trovano in una situazione di errore o debito nei confronti del Fisco, si vedrebbero sommersi da oltre 33 milioni di atti di accertamento, notifiche, lettere di compliance e cartelle esattoriali, tenendo conto anche dei 25 milioni di atti dell’Agente della riscossione che non rientravano nella sospensione.
Ad evidenziare la situazione il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel corso della video-audizione in Commissione Finanze e Attività produttive della Camera sul decreto Liquidità (Dl n. 23/2020).
L’allarme lanciato dal numero uno delle Entrate si fonda sulla possibilità che, in sede di conversione in legge del decreto Cura Italia (DL n. 18/2020), venga confermata l’eliminazione della proroga biennale dei termini di decadenza, che era stata prevista nella versione originaria del provvedimento. Tale norma pro-contribuente, infatti, avrebbe consentito all’Agenzia di dilazionare nel tempo l’attività di accertamento e l’invio delle comunicazioni a cittadini e imprese.
Con la sua abrogazione, invece, secondo Ruffini, l’Agenzia sarà nella condizione di riprendere la sua attività ordinaria pre-sospensione e, per non essere inadempiente, sarà tenuta a notificare un numero così importante di atti entro fine anno.
Il Direttore, infatti, evidenzia come l’Agenzia si muove all’interno di un perimetro normativo e non ha bisogno dei due anni in più per l'attività di accertamento previsti dal Dl n. 18/2020.
L’auspicio, quindi, sarebbe quello di una norma in grado di sistemare questo impasse, che dovrebbe ricomprendere anche gli atti notificati subito prima del cosiddetto lockdown: per le comunicazioni inviate ai contribuenti prima dell’inizio della fase emergenziale da Covid-19, infatti, non c’è alcuna disposizione che ne sospenda il pagamento, se non per i contribuenti della cosiddetta zona rossa.
Nel corso dell’Audizione di ieri, Ruffini si è rivolto direttamente al legislatore per chiedere anche una norma che consenta di cumulare la sospensione per emergenza sanitaria o altro con le sospensioni previste dai termini amministrativi e, così, evitare contenziosi con gli uffici del Fisco.
Sulla cumulabilità della sospensione dei termini da Coronavirus con quelli amministrativi (per esempio gli accertamenti con adesione), l’Agenzia delle Entrate si è espressa in maniera affermativa anche nelle due circolari nn. 8 e 9, emanate a chiarimento dei decreti Cura Italia e Liquidità.
Ruffini, al riguardo, sottolinea però la necessità di una norma di legge ad hoc, per ridurre il rischio di avviare una serie di contenziosi su questioni che l’Agenzia ha tutto l’interesse a “definire in adesione” e non con una lite.
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