Coronavirus, regole anti-contagio nei luoghi di lavoro

Pubblicato il 22 aprile 2020

In vista della cd. “fase 2” dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus, l’INL è stato chiamato in causa al fine di fornire istruzioni operative alle proprie diramazioni territoriali sulla prevenzione del contagio nei luoghi di lavoro. Le regole riguardano, innanzitutto, il controllo sulle modalità di attuazione, da parte dei datori di lavoro, delle procedure organizzative e gestionali oggetto del Protocollo del 14 marzo 2020 e, più in generale, sull’osservanza delle precauzioni dettate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori.

Le indicazioni anti-contagio sono state diramate dall’INL, con la nota n. 149 del 20 aprile 2020.

Coronavirus, in cosa consistono le verifiche?

I controlli consistono, principalmente, nella verifica dell’osservanza, presso le imprese le cui attività non sono sospese, dei contenuti del menzionato Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro, con il necessario coordinamento con i competenti servizi delle ASL, allo stesso modo coinvolti in tale campo.

Coronavirus, panificazione e programmazione delle verifiche

Gli interventi di controllo devono, ai fini operativi, discendere da una pianificazione e programmazione avvalendosi in tal senso di liste di aziende, comprese nell’elenco dei codici ATECO di cui al Dpcm 10 aprile 2020, con esclusione quindi delle imprese che hanno richiesto la deroga e delle attività produttive con codice ATECO non autorizzato.

Ciò comporta l’obbligo di istruire e dotare tutto il personale impiegato di adeguati dispositivi di protezione, al fine di non esporli a ulteriori rischi.

Coronavirus, previsto un processo formativo e informativo del personale

L’INL, infine, ha affermato che sarà avviato un processo formativo/informativo del proprio personale, avvalendosi di qualificate risorse come medici competenti e RSPP, oltre alla possibile collaborazione delle referenti strutture ASL/SPISAL.

Inoltre, per agevolare e garantire l’omogeneità dei controlli sul territorio è stata fornita al personale un’apposita “check list”, che ripercorre analiticamente i punti esaminati dal Protocollo, da compilare sulla scorta di quanto accertato direttamente dal personale ispettivo in sede aziendale e di quanto, sotto propria responsabilità, dai responsabili aziendali.

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