Conviene assumere a tempo indeterminato!
Pubblicato il 19 febbraio 2015
“Giovanni, io non ti capisco… - afferma con un po’ di rassegnazione il sig. Giorgio -
…hai chiesto in azienda se hanno intenzione di trasformarti a tempo indeterminato al termine di questi tre mesi?”.
In casa Timorati va avanti così da un po’ di tempo. Il papà Giorgio è preoccupato: ha un figlio ventiquattrenne, con in mano un diploma di perito industriale. La meccanica è “affare” di famiglia, siamo arrivati alla terza generazione; ma per nonno e papà la situazione è stata tutto sommato semplice: il primo ha lavorato per anni in una grande industria automobilistica, il secondo in quella ferroviaria.
Ora Giovanni ha un contratto a tempo determinato in una piccola azienda che opera nel campo della siderurgia. Il lavoro gli piace, però non sa quanto durerà. Vorrebbe affrontare il proprio datore di lavoro, ma l’audacia non è il suo forte e, come il Manzoni fa dire a don Abbondio,
“il coraggio uno non se lo può dare”.
Ecco che arriva la tanto attesa scintilla. Al telegiornale hanno appena detto che la Legge di Stabilità 2015 (Legge n. 190/14) prevede degli incentivi volti anche alla stabilizzazione del personale con contratto a termine. Giovanni sembra trasformato, nelle vene sembra scorrere sangue misto a intraprendenza.
Il giorno dopo, terminato il turno, va sul sito del Ministero del Lavoro e acquisisce tutte le informazioni del caso; stampa il materiale scaricato da Internet e lo porta in azienda.
All’indomani un po’ di emozione c’è, non si può nascondere; le mani si muovono freneticamente e sembrano voler stringere qualcosa di invisibile.
“Se mi assumete a tempo indeterminato avrete degli esoneri contributivi per i prossimi 36 mesi!”. “Dici sul serio? E come fai a saperlo?”, chiede incuriosito dal tono perentorio utilizzato da Giovanni il suo datore di lavoro.
“Sta scritto tutto qui: art. 1, comma 118 della L. n. 190/14”.
È proprio vero,
il diritto viene in soccorso di coloro che restano vigili, non di coloro che dormono.