La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della Legge della Regione Veneto n. 34/2019 recante “Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale del controllo di vicinato nell’ambito di un sistema di cooperazione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità”.
Si tratta della legge regionale volta a promuovere la funzione sociale del controllo di vicinato come “strumento di prevenzione finalizzato al miglioramento della qualità di vita dei cittadini” e che prevede anche l'istituzione di una banca dati per il monitoraggio dei suoi risultati.
La legge veneta è stata censurata dal Presidente del Consiglio dei ministri in quanto ritenuta in contrasto con gli artt. 117, secondo comma, lettere g) e h), e 118, terzo comma, della Costituzione.
Motivo ritenuto fondato dalla Corte costituzionale, secondo la quale la normativa regionale violerebbe la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza.
Con sentenza n. 236 del 12 novembre 2020, la Consulta ha rammentato come spetti solo allo Stato legiferare in materia di “sicurezza primaria”, ossia in tema di attività di prevenzione e repressione dei reati, primariamente affidata alle forze di polizia.
Spetta invece alle Regioni prevedere interventi a sostegno della cosiddetta “sicurezza secondaria”, mediante azioni finalizzate al rafforzamento, nel contesto sociale, di una cultura della legalità, nonché tese a rimuovere le condizioni nelle quali possono svilupparsi fenomeni di criminalità.
Le norme della legge regionale in esame, invece, prevedendo forme di controllo del territorio da parte dei cittadini in chiave di ausilio alle forze di polizia rispetto ai loro compiti di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, incidevano inevitabilmente sulla “sicurezza primaria”, riservata, secondo la Costituzione alla competenza legislativa dello Stato.
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