Si è svolto il 24 ottobre 2016, a Palazzo Chigi, l’incontro tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, affiancato dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, con una rappresentanza dell’Associazione nazionale magistrati, presieduta dal Presidente Piercamillo Davigo. A seguire, un altro incontro del Premier con la delegazione del Consiglio nazionale forense, presieduta da Andrea Mascherin.
Ad esito dell’incontro con l’Anm, quest’ultima ha dato atto di una certa apertura da parte del Governo su alcune questioni di interesse della magistratura. Presumibilmente scongiurato, dunque, l’annunciato sciopero magistrati, anche se sul punto il Comitato direttivo dell’Associazione deve ancora pronunciarsi.
Per altro verso, ancora rallentamenti in vista per quanto invece riguarda la riforma della giustizia penale. Riforma al momento ferma in Aula per altre due settimane ma che potrebbe persino tornare in Commissione Giustizia, se il Governo fosse disposto a discutere le proposte richieste alla magistratura – nel corso del suddetto incontro – sul punto che maggiormente la vede contraria; ossia, la c.d. indagine breve (per cui il Pm entro tre mesi dal deposito degli atti deve chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione, pena l’avocazione obbligatoria dell’inchiesta da parte del Procuratore generale).
Quanto all’incontro del Premier con il Cnf, il Presidente Andrea Mascherin ha espresso parere positivo, per essere stata innanzitutto riconosciuta, nella giurisdizione, pari dignità all’Avvocatura rispetto alla Magistratura.
Circa la riforma del processo penale, ricorda ancora Mascherin, la previsione tanto contestata dalle toghe, sull'avocazione obbligatoria dell’indagine nel caso il Pm non disponga entro tre mesi, rappresenta invece un punto di mediazione rispetto alla misura che gli avvocati avevano indicato come maggiormente urgente: ossia l'obbligo di iscrizione immediata dell'indagato nel registro delle notizie di reato, che allo stato la riforma non prevede.
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