Numerosi i personaggi politici ed istituzionali – tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, vari ministri, i Presidenti di Camera e Senato, esponenti delle istituzioni europee, vertici della Corte Costituzionale, del Consiglio Superiore della magistratura, della Corte di Cassazione, avvocati, accademici ed autorità religiose, oltre ai tanti detenuti – intervenuti all’evento conclusivo degli Stati Generali dell’Esecuzione Penale.
Ampia dunque la partecipazione della società civile, ad esito dell’incontro di riflessione ed approfondimento sul sistema penitenziario italiano (svoltosi in data 18 e 19 aprile 2019 presso l’auditorium della Casa circondariale di Rebibbia), su iniziativa del Ministro della giustizia Andrea Orlando, finalizzato a ridisegnare una pena che sia più vicina al dettato costituzionale ed agli standard europei, che punti ad una condizione carceraria più dignitosa e ad un effettivo reinserimento dei detenuti nella società.
Lo scopo degli Stati Generali – nelle intenzioni del Guardasigilli - sta proprio nel focalizzare l’attenzione della società civile sul funzionamento del sistema penitenziario, in modo che non vadano dispersi i notevoli sforzi normativi e organizzativi condotti da Governo, Parlamento e Ministro della giustizia, mediante l’introduzione di misure atte a superare l’emergenza del sovraffollamento carcerario, per cui l’Italia è finita sotto il mirino della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Così’, durante l’incontro, Orlando ha colto l’occasione per ringraziare i numerosi esponenti intervenuti all'iniziativa, che hanno apportato il loro contributo professionale nei 18 tavoli tematici, il cui lavoro è durato quasi un anno. Trattasi di un lavoro – ha dichiarato il Ministro – di estrema importanza, che, costituendo spunto di riflessione per il legislatore, serve a riformare l'ordinamento penitenziario ed a costruire un modello di esecuzione della pena europeo.
Nel corso dei due giorni di Rebibbia, sono state illustrate le proposte elaborate da detti gruppi di lavoro ed è stato reso pubblico il documento finale, che riassume ragioni ed obiettivi delle scelte adottate, volte a ridefinire una nuova cultura della pena.
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