Comune in dissesto, paga lo Stato
Pubblicato il 25 settembre 2013
La Corte europea dei diritti dell'uomo, con sentenza pronunciata il 24 settembre 2013 relativamente alla causa De Luca contro Italia, ha accolto il ricorso presentato da un cittadino italiano al fine di far valere il proprio diritto di credito nei confronti del comune di Benevento dopo che quest'ultimo era stato dichiarato in stato di dissesto finanziario.
Nella specie, il credito vantato era certo, liquido ed esigibile in virtù di una sentenza del Tribunale di Benevento con la quale il municipio era stato condannato a risarcire alcuni danni in favore del ricorrente. A seguito della dichiarazione di insolvibilità dell'Ente locale, tuttavia, il cittadino si era trovato nell'impossibilità di attivare una procedura esecutiva contro il comune e di recuperare, quindi, quanto di sua spettanza; il ricorrente, così, aveva lamentato una lesione al diritto al rispetto dei propri beni per come enunciato nella prima parte del primo paragrafo dell'articolo 1 del Protocollo n. 1, nonché la violazione degli articoli 6 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo relativi al diritto ad un equo processo e al diritto di poter attivare un ricorso effettivo davanti ad un'istanza nazionale.
Il Governo italiano, dal canto suo, si era difeso sostenendo che la circostanza eccezionale dell'insolvenza finanziaria del comune non consentiva di onorare pienamente i debiti.
Riconoscendo fondate le doglianze del cittadino relative alla violazione dell'articolo 1 del Protocollo n. 1 nonché quelle relative all'articolo 6 della Cedu, i giudici di Strasburgo hanno condannato l'Italia a versare al ricorrente, entro tre mesi dal giorno della definitività della decisione, ben 50mila euro oltre le spese legali.
Secondo la Corte, infatti, le difficoltà finanziarie dell'ente locale non potevano essere utilizzate dallo stesso, quale ente dello stato, come scusa per non onorare i propri obblighi stabiliti da una sentenza definitiva.