L'Aidc, per voce del presidente Ferrari, censura nuovamente quanto fatto dal Consiglio Nazionale, invitando ancora i vertici Cndcec alla condivisione più ampia di decisioni determinanti per l’intera categoria: “L'ordinamento professionale non è nella disponibilità del Consiglio Nazionale, che ha il solo onere di applicarlo, ed ogni sua modifica, formale o sostanziale, non può che essere frutto di un confronto ampio all’interno della categoria e mai di una decisione assunta proditoriamente a porte chiuse".
A scatenare le proteste di Aidc, ma anche di Adc, l'informativa Cndcec del 26 marzo 2018 sulle Scuole di Alta Formazione. I nominativi di chi avrà ottenuto l'attestato finale per la frequenza del corso, presso una delle 14 Scuole di Alta Formazione (SAF) della categoria, sarà inserito in un elenco pubblicato in un'apposita sezione del sito web istituzionale, organizzata per materie e per ordine territoriale di provenienza.
"Ci lascia a dir poco basiti - tuona Ferrari - la leggerezza con la quale si intende introdurre, nei fatti, una modifica legislativa (peraltro, lo ribadiamo, respinta nelle sedi istituzionali) con un metodo del tutto irrituale, ovvero mediante una informativa interna. Il Consiglio Nazionale segue dunque la stessa prassi adottata più volte dall’Agenzia delle Entrate: legiferare per atti privi di forza di legge, una prassi sempre stigmatizzata da noi tutti”.
Nel merito del riconoscimento, il presidente Aidc reputa inaccettabile l'azzeramento della valenza del titolo universitario e del conseguente esame di Stato sostenuto, tra gli iscritti all'albo, dai soli Dottori Commercialisti: “Titolo qualificante di cui svanisce definitivamente ogni prerogativa".
Anche l'Adc (associazione dei dottori commercialisti) è contraria.
Con il comunicato stampa del 28 marzo 2018, a firma del presidente Adc Enzo De Maggio, si spiega la contrarietà al voler anticipare, in una qualche maniera, l’ipotesi di modifica del d.lgs.139/2005 in relazione ad ulteriori specializzazioni degli iscritti all’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili: “Ipotesi che non hanno superato il vaglio del parlamento e che presentano innumerevoli criticità come già espresso dalla nostra associazione. Prima fra tutti quella che una modifica così importante alla legge istitutiva della nostra professione debba essere prima ampiamente discussa e condivisa con la base dei colleghi".
Di più: “Non è poi accettabile a nostro parere che il CN intenda dare parziale attuazione a tale progetto prevedendo la pubblicazione di elenchi sul sito del CN, dando quindi pubblicità ed ufficialità solo a coloro che hanno frequentato con profitto i corsi SaF. Il risultato sarebbe, a ragion veduta, quello di legittimare come 'specializzati' solo 'alcuni' professionisti e non altri...necessario tutelare i Colleghi che avendo seguito un percorso di studi universitario e superato un esame di Stato, decidano di conseguire master e corsi di aggiornamento presso altri soggetti, quali ad esempio Università, Istituti di Ricerca o altre scuole di formazione”.
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