Commercialista condannato per dichiarazione infedele. Il contribuente paga comunque la maggiore imposta e gli interessi

Pubblicato il 31 maggio 2012 Con sentenza n. 8630 depositata il 30 maggio 2012, la Corte di cassazione ha respinto il ricorso presentato da un contribuente avverso la statuizione con cui le Commissioni tributarie, provinciale e regionale, avevano ritenuto legittimo un accertamento che gli era stato notificato in conseguenza dell’infedele dichiarazione presentata dal proprio commercialista e per la quale quest’ultimo era stato denunciato e penalmente condannato.

Secondo la Suprema corte, in particolare, la condanna penale comminata al professionista non esimeva il contribuente dal pagamento della maggiore imposta dovuta né dal versamento degli interessi legali nel frattempo maturati. Da escludere, solamente l’applicazione di eventuali sanzioni in considerazione dell’esimente appositamente sancita nello statuto del contribuente.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

IRAP 2025: scadenza, novità e soggetti obbligati

24/04/2025

Decreto bollette, ok del Senato. Novità per le auto aziendali

24/04/2025

Bonus colonnine domestiche, nuova finestra per il contributo su spese 2024

24/04/2025

Reperibilità notturna in sede: è orario di lavoro e va retribuita adeguatamente

24/04/2025

Nuove soglie dimensionali per i bilanci 2024

24/04/2025

Acconti IRPEF 2025, in Gazzetta Ufficiale il decreto correttivo

24/04/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy