CNF, OCF e Cassa Forense hanno inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al MEF un documento congiunto che contiene alcune osservazioni sulla Legge di bilancio, con particolare riferimento al regime forfettario e alla flat-tax.
E’ quanto si legge in un comunicato stampa diffuso sul sito del Consiglio Nazionale Forense il 24 gennaio 2020, dove viene ricordato che le stesse sigle, nei mesi scorsi, avevano già inviato all’attenzione del Parlamento un’analoga istanza con proposte di modifica delle misure fiscali di interesse degli avvocati e dei liberi professionisti.
Nell’elaborato, secondo quanto si apprende, le componenti dell’avvocatura evidenziano come gli interventi previsti nella finanziaria siano finalizzati ad “erodere le risorse destinate ai lavoratori autonomi” per incrementare, per contro, quelle a favore dei lavoratori dipendenti.
Secondo Consiglio Nazionale Forense, Organismo Congressuale Forense e Cassa, il non reimpiego di queste risorse a favore del mondo dei professionisti, parte importante dell’economia del paese, non sarebbe equilibrato.
A seguire gli avvocati focalizzano l’attenzione su due questioni ritenute di particolare rilievo, chiedendo:
In merito a questo secondo punto, viene spiegato che la norma incide sullo status dei contribuenti, esponendoli “a nuovi e impegnativi adempimenti” e non rispettando lo Statuto del Contribuente che fissa in 60 giorni il periodo temporale minimo intercorrente tra un adempimento fiscale e la previsione volta a modificarlo.
Ciò comporta un comprensibile “disorientamento degli iscritti che, in conseguenza delle modificazioni introdotte, ignorano quale regime fiscale applicare alle fatture emesse o da emettere”.
Sono notevoli – conclude la nota - le ricadute economiche e sociali sui professionisti “già pesantemente colpiti dalla crisi” e, in particolar modo, sulle fasce più deboli di questi, come i giovani avvocati e quelli più anziani.
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