Istituire con urgenza un tavolo di confronto tra Consulenti del Lavoro e INPS, al fine di risolvere le modalità d’attuazione delle procedure d’allerta previste dal nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), che impatteranno con la gestione ordinaria delle posizioni contributive e la disciplina del Durc. Rivedere l’intero impianto di organizzazione delle sedi, introducendo la possibilità di contattare immediatamente l’Istituto in caso di mancata risoluzione di una problematica mediante i canali telematici. Razionalizzare e semplificare le procedure relative al flusso Uniemens, implementando la quantità di dati richiesti soltanto nei casi previsti dalla legge.
Sono queste alcune delle richieste formalizzate lo scorso 22 marzo dalla presidente del CNO dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, al nuovo presidente dell’INPS, Pasquale Tridico. Le criticità da risolvere con urgenza sono state raggruppate in un documento (non esaustivo), avente la finalità di sollecitare azioni risolutive alle problematiche esistenti.
Secondo i professionisti, centrale dovrebbe essere la questione legata alle procedure d’allerta previste dal nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza introdotto dal D.Lgs. n. 14/2019, grazie al quale anche i Consulenti del Lavoro potranno ricoprire le funzioni di curatore, commissario giudiziale e liquidatore. Sul punto, sottolinea Marina Calderone, sarebbe più che mai opportuno comprendere come l’INPS intenda dare attuazione alle nuove procedure d’allerta, finalizzate ad anticipare l’emersione dello stato di crisi aziendale.
Altro punto da prendere in considerazione, meritevole d’attenzione, è la riorganizzazione delle sedi INPS. I Consulenti del Lavoro rilevano che, nonostante la riorganizzazione delle sedi INPS abbia reso telematici i rapporti con gli intermediari, tutt’ora emergono difficoltà di dialogo con l’Istituto Previdenziale stesso. Inoltre, la mancata risoluzione delle problematiche continua a far registrare livelli non adeguati delle performance dell’Istituto.
Nel documento in commento, i CdL tentano di dare risposta ai problemi sollevati, riconducibili essenzialmente a due fattori: riduzione progressiva del personale e mancata sostituzione dello stesso con personale qualificato. Ciò ha portato inevitabilmente le sedi a depauperare il loro bagaglio di competenze ed efficienza.
I CdL non dimenticano le criticità emerse in merito alle procedure di contenzioso amministrativo, poiché la risoluzione dei ricorsi e le richieste di autotutela spesso non trovano alcun riscontro.
Per il contenzioso avente ad oggetto gli accertamenti fiscali sui lavoratori autonomi, nonostante pendano ricorsi innanzi alle commissioni tributarie, l’Istituto Previdenziale procede comunque all’attività di riscossione coattiva anzichè operare la sospensione, con gravi conseguenze nelle ipotesi di successivo accoglimento dei ricorsi.
Con riferimento al modello Uniemens, i CdL ritengono che il flusso mensile sia eccessivamente ricco di dati e informazioni che ne rendono la compilazione sempre più difficile e complessa. Occorrerebbe, dunque, razionalizzare e semplificare le procedure ed implementare la quantità di dati richiesti soltanto nei casi previsti dalla legge.
Basti pensare, ad esempio, alla previsione dell’inserimento dei codici di qualifica professionale Istat (150 pagine con oltre 7000 codici), che comporta un’attività particolarmente laboriosa e non è pienamente rispondente agli obiettivi che si prefigge l’Istituto.
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