Dal contenuto di un documento riservato messo a punto dal Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (Nuvap), incaricato dal ministero del Lavoro di fornire un'informativa sullo stato di sostenibilità delle varie Casse professionali, emerge che ben nove Casse su 18 (commercialisti, ingegneri, architetti, notai, biologi, farmacisti, medici, Epap, psicologi, giornalisti), nell'elaborazione delle previsioni attuariali al 31/12/2006, non hanno adottato dei tassi di redditività del patrimonio “sufficientemente prudenziali” né rispettato il 3% indicato dai ministeri vigilanti. Pertanto, la sostenibilità potrebbe risultare falsata.
La Cassa forense, si legge nel documento, è risultato l'Ente più corretto nella gestione degli investimenti; nonostante ciò, non godrebbe della sostenibilità a 30 anni, per come richiesta dalla Legge Finanziaria 2007.
Il Nuvap, in considerazione della disomogeneità dei rendimenti patrimoniali delle varie Casse, evidenzia la necessità, in materia di valutazione dei patrimoni, della previsione di regole omogenee e condivise e dell'adozione, da parte degli Enti privati, di un tasso di rendimento prudenziale obbligatorio che non superi il 2/2,5% per le proiezioni attuariali a 30 - 50 anni.
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