In data 10 settembre 2015 divengono ufficiali le dimissioni del Presidente del Consiglio di Stato Giorgio Giovannini, all'ordine del giorno nella seduta straordinaria del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa.
Alla base delle dimissioni– a soli tre mesi dal pensionamento – l'allarme lanciato dal Presidente e rimasto del tutto inascoltato - circa la grave carenza di organico che dal prossimo gennaio 2016, rischia di inceppare la giustizia amministrativa.
Troppi pensionamenti contemporaneamente – aveva da tempo segnalato Giovannini – che rischiano di lasciare scoperti molti uffici, tra cui quelli del Tar Lazio, destinato a risolvere le controversie di maggiore rilevanza. Ciò, essenzialmente per effetto del Decreto 83/2015, che ha previsto il non trattenimento in servizio per i giudici amministrativi (a differenza degli altri togati), così lasciando vuoti molti posti di vertice.
Pur essendo già stati banditi concorsi per il rimpiazzo dei posti vacanti, i vincitori non entreranno in servizio che alla fine del 2016, così determinandosi rinvii ed allungamenti clamorosi dei tempi processuali.
Per tutto ciò e per l'indifferenza delle istituzioni, nonché, in particolare, dei suoi stessi colleghi, le dimissioni altamente simboliche di Giovannini, come non era mai accaduto prima nella storia.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".