Anche in assenza di accordo con le organizzazioni sindacali, il nuovo appaltatore deve spiegare i criteri seguiti per la selezione del personale. Questo implica l'elaborazione di una graduatoria o di un sistema similare che sia chiaro e conoscibile.
Se i lavoratori dichiarano di avere i requisiti per l’applicazione della clausola sociale, l'azienda deve dimostrare che altri lavoratori hanno titoli preferenziali, secondo il criterio di vicinanza della prova.
E' quanto puntualizzato dalla Sezione lavoro della Cassazione con ordinanza n. 18114 del 2 luglio 2024, nel pronunciarsi sull'interpretazione di una norma contrattuale collettiva in materia di cambio appalto con applicazione della cosiddetta clausola sociale.
La sentenza riguarda il ricorso proposto da un gruppo di ex-dipendenti di una società al fine di vedere riconosciuto il proprio diritto all'assunzione presso la società subentrata dopo il cambio di appalto.
Gli ex-dipendenti contestavano il rigetto delle loro domande da parte della Corte d'Appello di Roma e chiedevano:
La Corte d'Appello aveva rigettato le domande degli ex-dipendenti basandosi principalmente sulla considerazione della legittimità della riduzione del personale da parte del nuovo appaltatore e sulla mancanza di una graduatoria nazionale per l'assunzione.
Il cambio appalto si verifica quando la gestione di un contratto di appalto viene trasferita da un appaltatore a un altro. Questo processo è fondamentale per garantire continuità nei servizi.
La trasparenza nel subentro dell'appaltatore è essenziale per assicurare che i diritti dei lavoratori siano rispettati e che le procedure siano eseguite correttamente. La trasparenza include l'obbligo per l'azienda subentrante di comunicare chiaramente i criteri di selezione del personale.
La clausola sociale è una disposizione contrattuale che mira a proteggere i lavoratori in caso di cambio appalto.
Essa garantisce che il nuovo appaltatore assuma una parte o la totalità del personale dell'appaltatore uscente, mantenendo le condizioni contrattuali esistenti. Esempi di applicazione della clausola sociale si trovano frequentemente nei settori dei servizi pubblici e della manutenzione, dove il passaggio di gestione è comune.
La Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso degli ex-dipendenti, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d'Appello di Roma in diversa composizione per un nuovo esame.
Nel caso esaminato, la norma contrattuale collettiva invocata dai lavoratori (art. 16-bis CCNL A/F Mobilità del 20 luglio 2012, in materia di cambio appalto e cd. clausola sociale) imponeva vincoli procedurali, di consultazione e informativi, a garanzia della correttezza e trasparenza dell’operazione di subentro.
Erano inoltre imposti criteri verificabili, riguardanti l’intero bacino dei lavoratori per il passaggio di personale già impiegato nell’appalto, anche tenendo conto delle esigenze dell’appaltatore subentrante di ridurre o riorganizzare il servizio oggetto di contratto di appalto.
Ebbene, anche in assenza di accordo con le organizzazioni sindacali - si legge nella decisione - è onere della società spiegare i criteri seguiti per la selezione del personale transitato dall’appaltatore uscente a quello subentrante, mediante graduatoria o sistema similare, ma comunque espresso e conoscibile.
Inoltre, di fronte alle affermazioni dei lavoratori circa il possesso dei requisiti per l’applicazione della clausola sociale, spetta alla società dimostrare che altri lavoratori abbiano titoli superiori.
Questo criterio non modifica l'onere della prova previsto dall'art. 2697 Codice civile, ma serve a distinguere i fatti che l'attore deve provare da quelli che il convenuto deve dimostrare, basandosi sulla possibilità di conoscere direttamente o indirettamente i fatti.
La Cassazione, in definitiva, ha evidenziato la necessità di trasparenza e correttezza nel processo di subentro dell'appaltatore. Questo include l'obbligo di comunicare chiaramente i criteri utilizzati per la selezione del personale, che devono essere verificabili e accessibili.
La trasparenza garantisce che i lavoratori siano trattati equamente e che le decisioni dell'azienda siano comprensibili e giustificate.
La Corte ha stabilito che il diritto all'assunzione degli ex-dipendenti deve essere rispettato secondo i principi della clausola sociale. Questo significa che i nuovi appaltatori devono considerare l'anzianità e le qualifiche dei lavoratori precedenti.
La decisione della Cassazione rafforza l'importanza della trasparenza e della correttezza procedurale nel cambio di appalto, soprattutto per quanto riguarda la gestione del personale e l'applicazione delle clausole sociali.
Le aziende subentranti in un appalto devono adottare criteri chiari e documentabili per la selezione del personale, al fine di garantire una transizione equa e rispettosa dei diritti dei lavoratori coinvolti.
Sintesi del Caso | Un gruppo di ex-dipendenti di una società ha chiesto l'assunzione a tempo indeterminato presso il nuovo appaltatore dopo il cambio di appalto, basandosi sulla clausola sociale del CCNL. La Corte d'Appello di Roma aveva rigettato le loro domande. |
Questione Dibattuta | 1. Se il nuovo appaltatore deve comunicare i criteri di selezione del personale anche senza accordo con le organizzazioni sindacali. 2. Se gli ex-dipendenti hanno diritto all'assunzione in base alla clausola sociale, considerando la loro anzianità di servizio. |
Soluzione della Corte di cassazione | La Cassazione ha stabilito che: 1. Il nuovo appaltatore deve spiegare i criteri seguiti per la selezione del personale transitato, utilizzando una graduatoria o un sistema similare, chiaro e conoscibile. 2. In assenza di accordo sindacale, spetta all'azienda dimostrare che altri lavoratori hanno titoli preferenziali secondo il criterio di vicinanza della prova. 3. La sentenza della Corte d'Appello è stata cassata e rinviata per un nuovo esame. |
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