Si fa forte la voce di tutti i professionisti contro il bando Mef sulle consulenze professionali gratuite.
I presidenti dei Consigli nazionali degli avvocati, dei commercialisti e dei notai - Andrea Mascherin, Massimo Miani e Salvatore Lombardo – hanno inviato una lettera al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, chiedendo il ritiro immediato del bando e di dare “idonee istruzioni a tutte le articolazioni del Suo Ministero affinché simili episodi non abbiano a ripetersi”.
La missiva è stata inviata, per conoscenza, anche al Ministro della Giustizia e ai Presidenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato.
Nei giorni scorsi erano state già sollevate pesanti critiche ai contenuti del bando di selezione pubblica promosso dal Dipartimento del Tesoro, per l’affidamento di incarichi biennali di consulenza “a titolo gratuito” aventi per oggetto “tematiche complesse attinenti al diritto – nazionale ed europeo – societario, bancario e/o dei mercati e intermediari finanziari, in vista anche dell’adozione e/o integrazione di normative primarie e secondarie ai fini, tra l’altro, dell’adeguamento dell’ordinamento interno alla direttive/regolamenti comunitari”.
Ora i tre presidenti, rappresentando una pesante violazione della norma sull’equo compenso, chiedono segnali e risposte chiare.
Si dicono, poi, consapevoli che sono stati posti, a tutte le Pubbliche Amministrazioni, limiti stringenti di spesa annua per studi e incarichi di consulenza, tale per cui essa non può essere superiore al 20% di quella sostenuta dalla stessa amministrazione nel 2009. Inoltre, per il MEF, dal 2010 è impossibile affidare incarichi di consulenza a pagamento, al di fuori di quelli rientranti nelle strutture di gabinetto e delle segreterie di diretta collaborazione.
Nonostante ciò, stupisce il fatto che il Dipartimento del Tesoro del MEF abbia pubblicato il bando in contestazione, pur in vigenza della Legge 205/2017, che ha decretato l’entrata in vigore del principio dell’equo compenso, attraverso il quale viene fatto preciso obbligo ad una serie di “contraenti forti” (tra cui le Pubbliche Amministrazioni) di garantire al professionista incaricato un compenso commisurato alla quantità e alla qualità del lavoro richiesto ed effettivamente svolto.
Pertanto – prosegue la lettera - “in un’ottica di positiva collaborazione tra Istituzioni e anteponendo sempre l’interesse generale del Paese a quello degli interessi particolari, i Consigli Nazionali degli Avvocati, dei Notai e dei Commercialisti sono assolutamente disponibili a supportare l’attività della Pubblica Amministrazione attraverso le proprie strutture ed i propri centri studi, in una logica di confronto e approfondimento di tematiche complesse che rientrano nell’oggetto proprio della professioni di cui sono espressione, senza nulla pretendere se non appunto il riconoscimento di questa disponibilità”.
Il presidente del Cup, Marina Calderone, afferma: “non si comprende la ratio di una scelta di un ministero in contraddizione, per non dire violazione, con una norma di legge che vieta i compensi gratuiti. Norma che ribadisce il principio costituzionale di giusta remunerazione anche per i professionisti. È palese che la dignità dei lavoratori autonomi cosi viene calpestata”.
Le Associazioni ANC e ADC, in un comunicato del 7 marzo 2019, definisco il bando Mef “assolutamente inaccettabile, vergognoso e umiliante”.
“Come se non bastassero tutti gli oneri che si sono sobbarcati i professionisti che affiancano i contribuenti per rendere più tempestivo ed adeguato il lavoro dell’Agenzia Entrate in materia di acquisizione delle dichiarazioni, riscossione e controlli; ora anche la professionalità e la consulenza devono essere messe a disposizione senza alcun compenso”.
Del bando Mef sulle consulenze gratuite se ne parlerà anche in Parlamento. L'onorevole Maria Elena Boschi ha depositato un'interrogazione sull'argomento, chiedendo se il Ministro intende intervenire per ritirare il bando e fissare regole specifiche che vietino episodi del genere in futuro.
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