Azienda in concordato con possibilità di accesso al credito

Pubblicato il 25 giugno 2015

Il decreto legge “Giustizia per la crescita” approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta del 23 giugno 2015, contiene, tra le altre misure, un importante intervento in materia fallimentare volto, in particolare, a risolvere il problema della scarsa accessibilità al credito nel caso di crisi aziendale.

L'obiettivo è quello di permettere alle imprese di affrontare tempestivamente le situazioni di crisi, limitando le perdite e tutelando, così, il profilo occupazionale ed economico.

Nel dettaglio, l'accesso al credito sarà consentito anche nel corso di una crisi d'azienda, nell'ipotesi, ad esempio, di attivazione di un concordato in bianco. Il tribunale, ossia, potrà autorizzare finanziamenti interinali in via d'urgenza, una volta sentiti i creditori principali e anche senza l'attestazione di un professionista.

Offerte e piano anche concorrenti

Nella procedura di concordato preventivo, altresì, anche soggetti terzi, oltre al debitore, potranno presentare offerte concorrenti per l'acquisto dei beni, purché “migliorative e comparabili”.

Il concordato preventivo potrà, inoltre, essere presentato, in senso migliorativo, anche dai creditori, nelle ipotesi in cui la proposta del debitore non preveda la soddisfazione di almeno il 25% dei crediti chirografari.

L'accordo per la ristrutturazione dei debiti potrà essere concluso con il 75% dei creditori finanziari, che rappresentino almeno la metà dell’indebitamento, fermo restando l’integrale pagamento dei creditori non finanziari.

Curatore fallimentare e commissario giudiziale diventano due figure incompatibili; il primo, sarà tenuto a completare i propri adempimenti entro i termini di legge, pena la revoca.

Prevista la gestione prioritaria, per via extra giudiziale, delle operazioni di vendita.

Tra le altre misure, si segnala anche lo slittamento di sei mesi dell'estensione delle norme del processo telematico anche ai giudizi amministrativi. Passo indietro, altresì, sulla soppressione delle sezioni distaccate dei Tar di Latina, Pescara e Parma.

Il testo del decreto rimane, allo stato, in attesa della firma del Capo dello Stato e della relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

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